A distanza di sedici anni da Il Pianista, film che gli fece conquistare il Premio Oscar per la migliore regia, Roman Polanski fa ritorno al genere storico-biografico con un lungometraggio basato su uno dei conflitti politico-giudiziari più famosi della Storia: l’affare Dreyfus.
Il 22 dicembre 1894 il Generale dello Stato Maggiore Alfred Dreyfus, alsaziano di origine ebraica, viene condannato da un tribunale militare con l’accusa, poi rivelatasi falsa, di alto tradimento e intelligenza con la Germania. La riabilitazione avviene soltanto nel luglio del 1906, grazie a un verdetto della Corte di Cassazione. La condanna di Dreyfus fu un errore giudiziario, avvenuto nel contesto dello spionaggio militare, dell’accanito antisemitismo dominante la società francese e nel clima politico avvelenato causato dalla perdita dell’Alsazia e di parte della Lorena.
La casa di produzione Légende Films ha confermato che Polanski avvierà le riprese del film entro la fine dell’anno. Con il titolo inglese The Dreyfus Affair, l’ultima opera del regista vedrà come protagonisti Louis Garrel e Jean Dujardin, rispettivamente nei ruoli del generale Dreyfus e dell’agente di controspionaggio che ne dimostrò l’innocenza. A completare il cast Mathieu Amalric, Olivier Gourmet e Emmanuelle Seigner.
Polanski è al lavoro sul progetto da sei anni; Robert Harris, che ha collaborato con il regista ne L’uomo nell’ombra, si occuperà dello script.
Il titolo francese del film si rifà alla celebre lettera aperta scritta da Emile Zola a sostegno di Dreyfus, nella quale il romanziere accusava apertamente il governo francese di antisemitismo.
Fonte: hollywoodreporter.com