È arrivato a quota 208 milioni il totale di abbonati globali a Netflix, alla fine del primo trimestre 2021.
Niente male, se non fosse che le previsioni della piattaforma fossero di 210 milioni.
Netflix ha comunque battuto gli obiettivi finanziari, con un utile netto di $1,7 miliardi per i primi tre mesi, corrispondenti a $3,75 per azione e ad un giro d'affari in rialzo del 24,2% su base annuale a $7,16 miliardi.
Gli analisti, almeno per ora, sono stati smentiti.
Il problema principale per il gigante dello streaming rimane il deficit di abbonati, che ha causato un calo delle azioni di oltre il 10%, ed è stato prontamente attribuito ai problemi legati al coronavirus.
La pandemia, insomma, ha prima dato e poi tolto.
“Crediamo che l'incremento degli abbonati paganti abbia frenato a causa dell'accelerazione che era avvenuta nel 2020 e di una minor offerta di contenuto nella prima parte di quest'anno, legata a ritardi nella produzione davanti al Covid-19”, ha fatto sapere la società californiana in una lettera trimestrale agli azionisti.
"Continuiamo a prevedere una forte seconda metà con il ritorno di nuove stagioni di alcuni dei nostri più grandi successi e un'eccitante distribuzione di film".
La liquidità operativa netta è aumentata da $260 milioni a $777 milioni nel trimestre e il flusso di cassa libero è salito da $162 milioni fino a $692 milioni.
Netflix ha confermato una metrica chiave: è sulla buona strada per una pausa di cassa gratuita anche quest’anno e non ha più bisogno di aiuti esterni per finanziare le proprie attività quotidiane.
Un altro vantaggio che l’azienda vede nel proprio servizio è il basso tasso di abbandono, con la tariffa trimestrale che si dimostra inferiore a quella dell’anno precedente.
È proprio il tasso di abbandono a metà cifra di Netflix che scatena l’invidia dell'intero settore.
Inoltre, avere una base stabile di abbonati conferisce all’azienda potere di determinazione dei prezzi. "Man mano che miglioriamo il servizio, possiamo far pagare un po' di più", ha fatto notare la lettera in modo brusco.
Per il resto, agli azionisti e alla società non resta che guardare il paragone impietoso con il trimestre dello scorso anno, quando ci fu un'esplosione di 15,8 milioni di abbonati, coincidente con la prima, decisiva fase del Covid.
Per la fine del prossimo trimestre, Netflix si aspetta di aggiungere solo 1 milione di nuovi clienti paganti (il più basso tasso di crescita, anno su anno, nella storia dell'azienda), causando così un ulteriore calo del prezzo delle azioni.