News
Master MICA - Analisi di "Spider-Man: un nuovo universo"
Gli studenti del Master in Management dell'Immagine, del Cinema e dell'Audiovisivo dell'Università Cattolica di Milano, hanno svolto delle interessanti analisi per il corso di Storia e scenari dell'immagine e dell'audiovisivo: le pubblichiamo con piacere sul nostro portale! Complimenti!

SPIDER-MAN: UN NUOVO UNIVERSO, EMBLEMA DELLA MULTIMEDIALITÀ
di Letizia Fracchiolla

“Che cosa sei? Uno di quegli stupidi cartoni animati?” 

“Hai problemi con i cartoni?!” 

Così Spider-Ham/Peter Porker risponde a Scorpion, prima di sferrargli un colpo in testa con un martello di legno. Perché il cinema d’animazione, così come i cartoni animati e i fumetti sono da sempre considerati inferiori rispetto ai grandi romanzi e film in live action. Tuttavia, è grazie all’animazione che si è potuto esplorare le infinite possibilità della fantasia, mescolando materiali eterogenei e arrivando là dove il cinema fiction e il documentario non erano mai arrivati. Spider-Man: Un nuovo universo (il cui titolo originale è Spider-Man: Into the Spider-verse) è quindi un prodotto estremamente riuscito, che è stato in grado di dare nuova vita alla fumettistica di Spider-Man che tante volte è stata trasposta sul grande schermo, ma mai in maniera così efficace.

In tutto il mondo, milioni di spettatori sono soliti rimanere in sala, incollati ai propri posti, per le scene post-credits di tutti i film supereroistici, che cavalcano i nostri schermi da più di dieci anni e che sono diventati dei prodotti animati transmediali di immediata riconoscibilità. Il risultato di questo scenario sono i film con le valutazioni più alte della storia della Marvel company, e tutto questo grazie anche alle differenti versioni del “lancia ragnatele” prodotto dalla Sony Pictures Entertainment. Da quando il Marvel Cinematic Universe iniziò la prima fase nel 2008, sembra che gli spettatori non ne abbiano mai abbastanza di supereroi, così ogni anno sono state lanciate nuove produzioni per il cinema, la TV e i servizi streaming. Tuttavia, nonostante il successo planetario e l’adorazione popolare per questi prodotti, l’academy era restia a conferire uno dei premi più prestigiosi a queste narrazioni di fantasia. Almeno fino al 2018, quando la versione animata di uno dei supereroi preferiti di Stan Lee, Spider-Man: Un nuovo universo ha vinto il premio Oscar per il miglior film d’animazione, diventando il primo film di questo tipo a ottenere la prestigiosa statuetta. Questo evento ha portato a un’eccitazione collettiva, che è subito esplosa sui social media e che ha sollevato una miriade di domande sul successo di questo film. 

L’alter ego di Peter Parker era già apparso in migliaia di fumetti, trasposto sei volte per il grande schermo, protagonista di una dozzina di show televisivi e circa trentacinque videogames. Questo nutrito materiale aveva già generato diverse opinioni e grosse differenze nella ricezione di questi prodotti, facendo diventare Spider-Man uno dei personaggi più popolari e amati dell’universo Marvel. Per questo motivo, l’ennesimo nuovo adattamento non era un evento rivoluzionario fino a quando Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman hanno presentato la loro versione animata che combina un’animazione fumettistica e uno stile narrativo davvero particolari. Per riuscire in questa operazione, Spider-Man: Un nuovo universo riesce a recuperare i fondamenti stilistici che testimoniarono la nascita del supereroe adolescente, rinforzando così la natura senza tempo dell’aracnide in modo da facilitare una connessione con la nuova generazione di spettatori interessati al genere.

La difficoltà dell’inserimento di Spider-Man: Un nuovo universo in una specifica categoria artistica o in un preciso genere ci ricorda la potenza della narrazione contemporanea. Il film, infatti, presenta un accurato esempio di quelle che sono conosciute come dimensioni parallele immaginarie. Questo elemento crea un universo polisemico e multimediale che non può essere circoscritto solo all’ambito cinematografico, ma appartiene anche al mondo letterario e della cultura popolare, perché presuppone l’esplorazione del rapporto tra il multiverso e la nostra realtà.

Nella complessità di questo film, è possibile individuare tre aspetti che sono alla base della ricezione positiva del prodotto da parte dell’audience e della critica. Il primo è la narrazione costituita da una rete di storie intricate, il secondo sono le scelte artistiche e stilistiche fatte dagli autori di ispirazione fumettistica e il terzo la sua identità transmediale. 

SPIDER-VERSE NEL FRANCHISE SUPEREROISTICO
I romanzi dime, le storie d’avventura e in particolar modo le riviste pulp americane stanno alla base della creazione del genere supereroistico grazie ai loro standard liberi da convenzioni e ai tempi fuori dall’ordinario. Elementi essenziali come l’identità segreta e la responsabilità morale erano già presenti nelle storie dei primi anni del ventesimo secolo, così sono stati completati da altri particolari tratti dei supereroi ormai noti: stili di vita solitari, drammi famigliari e una vasta gamma di poteri sovrannaturali. 

La storia del fumetto supereroistico può essere divisa in tre fasi. L’età oro dei fumetti ha richiamato l’attenzione del pubblico negli anni Trenta con la Action Comics e le avventure di Clark Kent. L’età d’argento ha testimoniato la nascita della maggior parte delle attuali star Marvel come Spider-Man, Hulk, Thor, Dr. Strange e altri, portando alla rinascita del fumetto. L’età di bronzo è invece caratterizzata dall’inclusione di personaggi di diverse etnie e personaggi femminili e dalla sperimentazione narrativa che ha portato ai giorni nostri e alla conseguente dispersione dei supereroi in diversi media e piattaforme. 

Durante l’età d’argento Stan Lee e l’artista Steve Ditko (morti a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro proprio nel 2018) pubblicarono la loro prima storia con la Marvel Comics con protagonista Spider-Man nel 1962. Sorprendentemente, questo personaggio divenne subito uno dei più popolari e amati, evolvendosi in varie versioni fino ai giorni nostri. Peter Parker ha iniziato la sua avventura come un teenager del Queens, impegnato a mantenere un equilibrio tra la sua identità segreta e la sua vita personale. Tuttavia, il pubblico ha seguito la sua evoluzione attraverso diverse linee temporali, molti universi differenti e addirittura più di qualche morte. In Spider-Man: Un nuovo universo esistono sette diverse Spider-Persone che interagiscono in un unico universo, ma che provengono da mondi e narrazioni distinte. 

Per la creazione di questo film, sono state prese in considerazione quattro diverse produzioni: il fumetto originale Terra-616 del 1962, il videogioco Spider-Man: Shattered Dimensions del 2010, la serie Ultimate: Fallout del 2012 e il Ragnoverso del 2014.

La versione originale della storia vede protagonista un orfano del Queens, Peter B. Parker, che scopre accidentalmente di avere dei superpoteri e cerca di salvare il mondo su consiglio dello zio, la cui celebre frase riecheggia nelle nostre menti: “da grandi doveri derivano grandi responsabilità.” Questa prima storia è poi diventata la cornice di tutte le versioni alternative di Spider-Man e contiene la maggior parte degli elementi che il pubblico associa alla storia di questo eroe. In Spider-Man: Un nuovo universo, appare nelle vesti del disincantato mentore di Miles Morales. 

La seconda produzione Shattered Dimensions è stata lanciata da Activision e permette ai giocatori di giocare con quattro versioni differenti dell’eroe mascherato in quattro diverse dimensioni, tutti già incontrati nelle loro versioni a fumetto. Questo videogioco ha reso famigliare allo spettatore l’idea del multiverso e i quattro personaggi sono tutti presenti in Spider-Man: Un nuovo universo. Oltre a Peter B. Parker, troviamo infatti Ultimate Spider-Man all’inizio del film che condivide l’universo di Miles Morales, Spider-Man Noir che è riconoscibile tra i personaggi che il protagonista incontra per la prima volta nello scantinato di Zia May e infine Spider-Man 2099 appare nella scena post-credits sotto forma di meme animato.

Il numero quattro della serie Ultimate: Fallout, parte del reboot Marvel degli stessi autori (Mark Bagley e Brian Michael Bendis) presenta una versione della storia in cui l’audience può vedere le conseguenze della morte di Spider-Man, lasciando una strada aperta per l’arrivo della nuova versione del supereroe sotto forma di Miles Morales, il quale appare per la prima volta nel 2011. La storia del ragazzo nel film è molto diversa rispetto a quella del fumetto, con un grande cambiamento del dramma familiare che ha portato a un apprezzamento maggiore da parte del pubblico rispetto alla versione a fumetti.

Ultimo, ma non per importanza, è il Ragnoverso che ha visto la convergenza di diversi multiversi e l’unione di Uomini e Donne-ragno per combattere una minaccia comune. Questo evento fu grandiosi per i fan più sfegatati del genere, ma non ebbe la stessa risonanza per i meno affezionati, fino all’arrivo di Spider-Man: Un nuovo universo, che ha catturato l’attenzione dei molti anche grazie alle scelte artistiche fatte dagli autori. 

VOLTARE LA PAGINA: IL RITORNO AL FUMETTO
Dal momento in cui il film si apre coi titoli di testa, il pubblico capisce immediatamente di trovarsi di fronte a qualcosa di mai visto prima nelle grandi produzioni superoistiche passate sul grande schermo. Il primo elemento che richiama l’attenzione è la versione alternativa del logo della Columbia Pictures che somiglia a un fumetto, così come le linee punteggiate delle immagini e le transizioni tra le inquadrature, che richiamano l’arte fumettistica. 

La progressione del logo è interrotta continuamente da glitch che mostrano delle possibili modifiche con modalità artistiche differenti, fino all’arrivo del sigillo d’approvazione da parte della Comics Code Authority. È essenziale considerare che Spider-Man: Un nuovo universo è il primo film d’animazione non legato al marchio Lego, quindi non sorprendente l’ingente investimento di creatività nel design e nella produzione di questo film, che ha coinvolto oltre 165 animatori (è servita in media una settimana per animare un singolo secondo).

L’unione tra l’animazione CGI e l’arte a mano ha portato alla creazione di un prodotto complesso ed elaborato. Lo scopo degli animatori era quello di adattare lo stile del fumetto al grande schermo e per raggiungere questo obiettivo, è stato necessario trasformare gli aspetti tecnici del genere in linguaggio cinematografico. Un grandioso esempio di questo sono le vignette pop che appaiono ogni volta che un frame viene bloccato, perché l’idea era quella di sentirsi dentro a un fumetto durante tutto il film. Nella cornice del CGI, ci sono differenti stili d’animazione incarnati dai personaggi di Spider-Ham/Peter Porker proveniente dal mondo dei cartoon e omaggio ai Looney Tunes della Warner Bros., Peni Parker che appartiene al mondo anime e Spider-Man Noir, già precedentemente citato, metafora della conservazione dello stile originale del fumetto. 

IL FUMETTO
Il primo elemento artistico che scaturisce dalla visione di questo film è la struttura a fumetto che è dalla sovrapposizione del disegno a mano alla animazione CGI. Ciò è stato fatto su diversi livelli e attraverso una svariata gamma di tecniche, che possono essere facilmente individuate dallo spettatore nelle linee puntinate sulla superficie dei personaggi e delle immagini. Da un punto di vista tecnico, gli animatori hanno dovuto imitare specifici linguaggi cinematografici come le dissolvenze, la profondità di campo e la messa a fuoco, basandosi sulle tecniche del disegno grafico.

Per ricreare la messa a fuoco della telecamera, i punti Ben-Day e la separazione dei colori sono serviti per selezionare le scene sullo sfondo e i personaggi in primo piano e per simulare gli errori di stampa che spesso caratterizzano i vecchi fumetti. Questa tecnica è visibile nella scena in cui Miles si trova seduto nel sedile posteriore dell’auto della polizia del padre, in cui c’è un finto sfondo sfuocato dietro i due che si guardano nello specchietto retrovisore. 

Un’altra tecnica utilizzata per imitare la struttura del fumetto è la Kirby Krackle, utilizzata per creare un sentimento di negatività dietro ai personaggi. Questo effetto si vede nella maggior parte delle scene dell’acceleratore spazio-temporale, ma in particolar modo, durante lo scontro finale tra Kingpin e Miles, durante la quale anche la palette dei colori funge a creare un’atmosfera di tensione: il contrasto tra l’oscurità di Fisk e le parti rosse della tuta di Miles. 

L’ultimo esempio che serve per capire come il fumetto sia ben infiltrato all’interno dell’animazione del film è il cambio dal 2D al 3D, che viene utilizzato quando alcuni personaggi vengono colpiti dalla luce improvvisamente e questo capita spesso quando Miles si aggira per le strade di New York di notte.

IL LINGUAGGIO DEL FUMETTO NEL LINGUAGGIO DEL FILM
Il secondo strumento artistico importato dal mondo fumettistico è il linguaggio, che in questo caso fa riferimento a tutte le espressioni linguistiche e paralinguistiche nel film che completano l’animazione. In queste due categorie, si possono individuare una varietà di elementi che si distinguono in base a come esprimono la relazione semiotica con la narrazione: linee di movimento, onomatopee, iconografia non verbale ed elementi che esprimono concetti chiave della narrazione in un modo più strutturato. 

Uno degli esempi di questo tipo di linguaggio simbolico può essere visto nelle scene in cui le diverse Spider-Persone si incontrano e il superpotere di cui sono dotati dice loro che in qualche modo sono simili. Questa realizzazione è rappresentata da emanata o da linee vibranti che provengono dalla loro testa e vengono anche usate quando il superpotere avverte Miles di un possibile pericolo. Inoltre, il parallelismo tra Peter Parker e Miles Morales è indicato attraverso il cambiamento del colore dello sfondo.

Un altro momento interessante del film in cui è riscontrabile la presenza di questo linguaggio è la sequenza a scuola, subito dopo che Miles realizza di essere stato morso dal ragno radioattivo. Il primo elemento che richiama l’attenzione sono le vignette dei pensieri che iniziano a scaturire dalla sua mente, dato che queste non appaiono mai prima dell’incontro con il ragno. Questa è in assoluto la caratteristica più importante dei fumetti (il cui nome deriva proprio dalle nuvole di fumo che accompagnano i personaggi) e in Spider-Man: Un nuovo universo sono accompagnati dall’espressione dei pensieri di Miles ad alta voce, con l’effetto eco per riproduce lo stato d’animo interiore. Durante la stessa sequenza, un altro elemento non-verbale è l’utilizzo di gocce di sudore (plewds) causate dallo stress, quando Miles parla con Gwen e attribuisce la colpa della presenza di queste goccioline alla pubertà. Il fatto che tutti questi espedienti intervengano nel film immediatamente dopo il morso del ragno rafforza il legame tra la storia di Morales e la storia originale del fumetto.

Un ultimo espediente linguistico visibile nel film è l’uso delle onomatopee, cruciali nelle scene d’azione nei fumetti. Alcune si possono vedere velocemente nelle scene di lotta tra Peter Parker e il goblin, o in alcune scene di Spider-Man Noir. Tuttavia, ci sono due precisi momenti in cui le onomatopee non rappresentano solo dei suoni, ma sono funzionali alla storia narrata. C’è infatti un evidente parallelismo tra la scena in cui Miles cade da un grattacielo nel tentativo di sperimentare coi suoi nuovi superpoteri e la scena in cui, finalmente, Miles diventa davvero Spider-Man e si lancia in alto urlando entusiasta.

Nel primo caso, i suoi tentativi falliscono perché accanto a Miles non c’è nessun mentore e nel momento in cui cade dall’edificio l’onomatopea segue la sua caduta andando dall’alto al basso dello schermo. Mentre nel secondo caso, Miles ha trovato la forza di essere Spider-Man, grazie al discorso del padre fuori dalla porta di camera sua e l’onomatopea parte dal basso e si lancia verso l’alto, proprio come le ragnatele di Miles e con un colore più acceso rispetto all’onomatopea iniziale. In queste scene complementari, questo strumento artistico indica l’evoluzione del personaggio nel tempo, andando a supporto del fallimento e del successo del ragazzo.

Durante quasi tutta la durata del film troviamo moltissimi esempi di ripartizione dell’immagine in diversi pannelli, strumento fondamentale nelle strisce fumettistiche per indicare lo scorrere del tempo perché segmenta visivamente l’azione. L’uso di questa tecnica è ammirabile durante alcune scene di combattimento o durante la narrazione del passato delle Spider-Persone, a indicare sia la progressione temporale che la simultaneità. 

Poiché un film d’animazione non riesce a rappresentare tutte le storie dietro a ognuno dei personaggi con dettagli ed elementi tipici dei loro universi, questo espediente narrativo che fa uso del linguaggio dei fumetti risponde perfettamente all’esigenza della narrazione e, tramite questa tecnica, lo spettatore vede quella parte d’informazione che serve per comprendere la storia. 

UNA RETE DIMENSIONALE: IL RAGNOVERSO TRANSMEDIALE 
Quando Spider-Man: Un nuovo universo inizia, appare un fumetto sullo schermo per raccontare la vera storia del supereroe mascherato “un’ultima volta”, alludendo alle varie versioni di Spider-Man che il pubblico ha visto nel corso degli anni. Questo tipo di introduzione dei personaggi e delle storie è ricorrente nel corso del film, sottolineando le differenze tra le Spider-Persone e le loro origini. La presentazione del primo Peter Parker non serve solo a introdurre la sua storia personale, bensì a fare una serie di riferimenti intertestuali necessari a prendere famigliarità con il multiverso. Molti elementi della vita privata di Parker non sono nuovi per lo spettatore e fanno riferimento a scene ed eventi dei film precedenti. Immediatamente dopo, inizia un esilarante lista di merchandising legati a Spider-Man: il fumetto, una marca di cereali, un album natalizio e persino un orribile ghiacciolo, che appare sotto forma di una fotografia reale. Questo auto-riconoscimento della popolarità del personaggio sta alla base della natura transmediale della narrazione della storia. 

La storia di Miles e quella delle altre Spider-Persone sono in grado di supportarsi a vicenda, ma per avere un quadro più approfondito della storia, il pubblico deve fare ricerche riguardo ai singoli individui. Tuttavia, avendo soltanto le informazioni casuali fornite dal film, anche lo spettatore meno informato può godere dell’esperienza narrativa e visuale. L’idea primordiale di Stan Lee non era quella di un personaggio transmediale, ma il livello di popolarità, così come la massiva partecipazione del pubblico a tutti gli eventi legati al personaggio e alla creazione di contenuti, ha portato alla nascita di moltissimi prodotti riconducibili all’universo Spider-Man. 

Il primo importante elemento che rende l’universo di Spider-Man un’opera transmediale è la frammentazione della narrazione in due o più canali mediali, ognuna legata a una specifica parte della storia nel modo più efficace, unite poi per un’unica grande esperienza finale. Il secondo è l’intervento attivo dell’audience e del fruitore di contenuti che può intervenire e cambiare parte della storia, che viene lasciata volutamente aperta alla partecipazione esterna. 

In Spider-Man: Un nuovo universo ci sono Spider-Persone multiple proveniente da diverse dimensioni e generi: Spider-Man Noir dal mondo hard-boiled, Peni Parker direttamente dal genere anime e Peter Porker/Spider-Ham dai cartoni animati con le loro corrispondenti caratteristiche narrative. La convergenza di diversi personaggi dà al film diverse entrate dello stesso universo narrativo. L’universo di Spider-Man è stato raccontato tramite diversi media come nel caso dei fumetti, dei videogiochi, dei film, dei programmi televisivi e ognuno di questi è stato selezionato per una ragione. Il formato animato è stato scelto per raccontare la storia di Miles Morales e degli altri personaggi perché è l’unico che permette di combinare cartoon, lo stile manga e il disegno bianco e nero e questo è evidente non solo nelle scelte artistiche, ma soprattutto nelle identità narrative dei personaggi. L’unico caso Marvel precedente a Spider-Man: Un nuovo universo, in cui il personaggio era perfettamente consapevole della sua natura finzionale è Deadpool del 2016. Anche lui proviene dal fumetto e continua a rompere la quarta parete dando la possibilità allo spettatore di cambiare e offre spunti differenti da cui sperimentare la storia. 

I fan che vengono attratti da questo genere fantastico sono sempre alla ricerca di ulteriori elementi narrativi. Ciò accade sia perché la vivono come una sorta di sfida personale per ottenere il massimo dall’esperienza di una storia, ma anche per capire quanto in là si può spingere una narrazione attraverso pezzi di informazione nascosti nei vari prodotti audiovisivi. Questo meccanismo è stato sfruttato in molti altri casi, come la saga de Lo Hobbit, quella di Star Wars e in particolare nelle ultime produzioni dell’universo Marvel. Nell’MCU i fan hanno un ruolo attivo nella narrazione sia fuori che dentro allo schermo, come accade per il personaggio dell’agente Phil Coulson (che appare la prima volta nel film Iron Man del 2008). La storia lo avrebbe voluto morto, ma è stato fatto tornare in vita grazie all’attivismo dell’audience e ora costituisce uno dei più importanti collegamenti tra i film del franchise Marvel. L’agente Coulson è allegoria del produttore transmediale e del consumatore, incarnando l’attenzione che l’MCU ha nei confronti dei suoi spettatori.

Questa collaborazione transmediale del consumatore nello sviluppo di Spider-Man: Un nuovo universo è identificabile in alcuni discostamenti dalla storia originale, che di nuovo sembrano essere un tentativo di ringraziamento per i contributi e i desideri dei fan. Per esempio, la rilevanza dei personaggi femminili, dato che uno dei colpi di scena meno apprezzati del fumetto d Miles Morales è la morte della madre, che è stata considerata come un fridging, ossia un espediente narrativo tramite il quale si dà una motivazione alle azioni dell’eroe maschile. Nel film molti elementi hanno riequilibrato la storia in questo senso, come la scelta di far interpretare il capo scienziato del laboratorio a Olivia Octavius, o l’evidente maturità del personaggio di Gwen Stacy in contrasto con le due figure maschili di Miles e Peter. Tutte queste modifiche sono servite a sottolineare ancora una volta il contribuito dei fan alla positiva e migliore realizzazione della storia.

Spider-Man: Un nuovo universo ha mostrato una tecnica e un investimento narrativo rivoluzionario e mai visti prima nel mercato mainstream dei supereroi, grazie alla sfida che hanno voluto cogliere gli autori. L’audience ha avuto un ruolo senza precedenti nella realizzazione di questa opera e il film è stato capace di offrire allo spettatore una storia nella quale identificarsi. Miles, un ragazzino proveniente da una famiglia multietnica (padre afro e madre ispanica) conduce un’adolescenza ordinaria e ama la musica (che ascolta nelle sue cuffie Sony, cantando senza conoscerne le parole), l’arte di strada e lo sport e ciò lo connette perfettamente alla realtà in cui vive lo spettatore odierno. Ancora più di Peter Parker, Morales si allontana dal ruolo dall’archetipo dell’eroe perfetto e questa è sicuramente una delle ragioni per cui la gente si immedesima in lui e del suo successo. Il pubblico, quindi, non va al cinema solo per vedere una grandiosa storia di supereroi con effetti speciali, bensì una storia che lo colpisce a livello emozionale. 

Il genere supereroistico è nato proprio sulla carta in modo che i lettori potessero riempire gli stessi buchi della storia lasciati dagli autori. L’animazione dà questa possibilità, che sembra essere l’approccio più naturale, dando la possibilità all’audience di smettere di razionalizzare ciò che sta guardando e tornare a sognare, giocare o, come dice Miles, portare il mantello.

 
Maximal Interjector
Browser non supportato.