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Pupi Avati si esprime sul possibile futuro del cinema e sul suo film su Dante
Il regista bolognese Pupi Avati ha espresso tutto il suo pessimismo sull’attuale situazione di trasformazione che il cinema, quello vero, da sala cinematografica, sta vivendo: «Temo fortemente che le sale cinematografiche abbiano un destino segnato: dopo tanto tempo in cui siamo stati costretti al digitale, mi aspetto ora una vita grama per i cinema...», e sottolinea che: «Nelle sale cinematografiche il film “comanda” mentre sulle piattaforme, con il telecomando, si può abbandonarlo anche dopo soli due minuti dall'inizio

«In casa, il film convive con la famiglia, con la cucina, con il bagno, con il telefono e il citofono, con il frigorifero... deve avere dall'inizio molta forza narrativa, mentre al cinema un film si vede fino alla fine, non fosse altro che perché si è pagato un biglietto. Dopo un periodo così lungo in cui siamo stati costretti alla piattaforma digitale, credo che purtroppo le sale cinematografiche si apprestino ad avere una vita grama».

Eppure, il regista mostra comunque un barlume di positività: «Il cinema italiano si presenta alla prossima Mostra di Venezia in modo meraviglioso: poche volte vi è stata una rappresentanza di film interessanti, curiosi, lontani dal 'cinemetto' da commedia dalla panchina corta. Si registra davvero un mutamento di rotta sostanziale per la qualità proposta: il nostro cinema ha ripreso coraggio ed è proprio quel che serve, il coraggio di mantenere la sua identità artistica e culturale

A margine del suo intervento al Meeting di Rimini ha fatto inoltre sapere che le riprese del film su Dante, fortemente voluto dal regista, si sono quasi concluse: «Siamo alla fine dell'ottava settimana e ne mancano ancora due».

«Abbiamo dovuto agire contro tutti» spiega, «ho 82 anni e avrei voluto fare questo film vent'anni fa, ma non me l'hanno fatto fare, per difficoltà finanziarie: ora, quando si è trattato di aiutarmi, solo Rai Cinema si è mossa e soltanto adesso il ministero della Cultura, malgrado tante promesse e tanta cattiva letteratura su Dante».

E racconta di come abbia voluto cambiare l’immagine poco accattivante che la gente ha di Dante: «Con questo mio film voglio rendere Dante seducente e non saccente e supponente come lo dipingevano i miei insegnanti quando andavo a scuola: hanno fatto di tutto affinché non lo amassi! Ora l'ho riscoperto, è un personaggio straordinariamente giovane e può essere modernissimo».

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