Nel catalogo di Disney+, Pixar non può che ritagliarsi un posto di rilievo e, in particolare, è Toy Story a regalare un gran numero di contenuti, che vanno oltre alle opere uscite in sala. In occasione del 25° anniversario del film di John Lasseter (e quindi della Pixar), ecco i titoli che è possibile recuperare in streaming sulla piattaforma Disney:
Toy Story – Il mondo dei giocattoli (John Lasseter, 1995)
E se nascosti ai nostri occhi i giocattoli si animassero di vita propria? Partendo da questo assunto semplicissimo, John Lasseter ha creato un caposaldo dell'animazione moderna, una pietra miliare che ha segnato l'inizio dell'era della computer grafica. Il nuovo che avanza, il progresso che inevitabilmente fagocita il passato: riflessioni che nascono esaminando il film da un punto di vista tecnico e che inevitabilmente si riflettono sulla storia dei due protagonisti, Woody e Buzz, destinati a essere rivali ma anche a ritrovarsi uniti nei profondi valori dell'amicizia.
Toy Story 2 – Woody & Buzz alla riscossa (John Lasseter, 1999)
Il secondo capitolo, lungi dall’essere il solito sequel fatto con lo stampino, si dimostra pienamente all’altezza del precedente, non soltanto per gli incredibili progressi tecnologici fatti nel campo dell'animazione in computer grafica, ma anche per la maturità con la quale trasforma una storia di avventura con protagonisti dei giocattoli in una riflessione sul dilemma esistenziale che scaturisce dall'incertezza rappresentata, per tutti, dal futuro. Un dilemma che John Lasseter trasporta sui suoi personaggi, nel momento in cui si rendono conto di non sapere che fine faranno quando il passare degli anni spegnerà la fantasia della mano che li anima
Toy Story 3 – La grande fuga (Lee Unkrich, 2010)
Aperto da un incipit spettacolare, il film affronta con grande spessore il tema dell'abbandono e dell'accettazione dei cambiamenti a cui non ci si può sottrarre. Quello di Lee Unkrich è un tipico esempio di escape movie (i giocattoli devono fuggire dall'asilo/prigione in cui sono finiti), ricco di citazioni e impreziosito da tanti memorabili personaggi: alcuni spassosi e divertenti (da antologia i siparietti tra Barbie e Ken), altri malvagi se non addirittura inquietanti (come il disilluso orso Lotso e il bambolotto). Da segnalare, inoltre, la brevissima apparizione di Totoro, personaggio simbolo dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki, quasi a voler sottolineare la profonda amicizia che lega lo studio americano a quello giapponese. Toccante e fin commovente (quasi impossibile trattenere le lacrime durante lo splendido finale).
Toy Story 4 (Josh Cooley, 2019)
Giocattoli indipendenti ma anche soli, che ricercano una famiglia e che per trovarla sono disposti a ricostruire sé stessi e i propri ingranaggi psicologici e morali, cambiando i propri connotati o semplicemente cercando un nuovo bambino da amare e da cui farsi amare. Woody si conferma sempre in grado di stupire, crescere e regalare emozioni vere e autentiche, sfaccettate e profondissime. Lo sceriffo è il protagonista assoluto della vicenda: porta in sé una grande riflessione sul sacrificio per il bene altrui, ma anche sulla dimensione dell’appartenenza e della riscoperta dell’importanza di una dimensione privata, attraverso la quale la Pixar dimostra ancora una volta di sapersi muovere egregiamente nella sfera delle emozioni adulte dei suoi personaggi e all’interno dei loro paesaggi interiori.
I CORTOMETRAGGI:
Toy Story - Vacanze hawaiane (Gary Rydstrom, 2011)
Bonnie e la sua mamma partono per le Hawaii, lasciando a casa i giocattoli: a rimanerci male è Ken, che sognava una vacanza con Barbie. Woody, Buzz e gli altri cercheranno di organizzare per loro una perfetta esperienza hawaiana tra le mura di casa.
Toy Story of Terror! (Angus MacLane, 2013)
Bonnie e la mamma sono in viaggio e i giocattoli stanno guardando un film horror nel baule dell'auto. Durante una sosta al motel, tuttavia, saranno loro i protagonisti di un'avventura ricca di mistero e dalla quale non sarà seplice trovare una via di fuga.
Toy Story: Tutto un altro mondo (Steve Purcell, 2014)
Bonnie va in visita da un amico e porta con sé i suoi giocattoli. Nella cameretta del bimbo, incontreranno un gruppo di giochi d'azione mai utilizzati, che non sanno cosa significhi giocare e che li costringeranno ad un'avventura da cui potranno uscire solo grazie a un personaggio inaspettato.
Vita da lampada (Valerie LaPointe, 2020)
«Che hai fatto tutto questo tempo? Non ti è mancata la lampada?». È Woody a chiederlo a Bo Peep, durante una conversazione sulla ruota panoramica del Luna Park, dopo le avventure vissute insieme nel lungometraggio premio Oscar. Un racconto semplice, al femminile, che narra le vicende della lampada, tutto ciò che è accaduto da quando ha lasciato la casa di Andy fino alla definitiva emancipazione: da «lampada da bebé» alla nuova libertà nel parco giochi. Sarà tutto vero? Chissà. Ma tornare nell’atmosfera del film è piacevole e la Pixar non manca l’appuntamento con i suoi easter egg: la palla di Luxo Jr. torna, e anche la lampada che, giustamente, è rosa.
I perché di Forky
Il personaggio introdotto in Toy Story 4 è il protagonista di 10 cortometraggi in cui si interroga su alcuni "perché" della vita, essendo stato creato da poco dalla piccola Bonnie. Non mancano le gag esilaranti, pur trattandosi comunque di un prodotto con evidente scopo didattico e indirizzato principalmente al pubblico dei più piccoli.
Toy Story – Il mondo dei giocattoli (John Lasseter, 1995)
E se nascosti ai nostri occhi i giocattoli si animassero di vita propria? Partendo da questo assunto semplicissimo, John Lasseter ha creato un caposaldo dell'animazione moderna, una pietra miliare che ha segnato l'inizio dell'era della computer grafica. Il nuovo che avanza, il progresso che inevitabilmente fagocita il passato: riflessioni che nascono esaminando il film da un punto di vista tecnico e che inevitabilmente si riflettono sulla storia dei due protagonisti, Woody e Buzz, destinati a essere rivali ma anche a ritrovarsi uniti nei profondi valori dell'amicizia.
Toy Story 2 – Woody & Buzz alla riscossa (John Lasseter, 1999)
Il secondo capitolo, lungi dall’essere il solito sequel fatto con lo stampino, si dimostra pienamente all’altezza del precedente, non soltanto per gli incredibili progressi tecnologici fatti nel campo dell'animazione in computer grafica, ma anche per la maturità con la quale trasforma una storia di avventura con protagonisti dei giocattoli in una riflessione sul dilemma esistenziale che scaturisce dall'incertezza rappresentata, per tutti, dal futuro. Un dilemma che John Lasseter trasporta sui suoi personaggi, nel momento in cui si rendono conto di non sapere che fine faranno quando il passare degli anni spegnerà la fantasia della mano che li anima
Toy Story 3 – La grande fuga (Lee Unkrich, 2010)
Aperto da un incipit spettacolare, il film affronta con grande spessore il tema dell'abbandono e dell'accettazione dei cambiamenti a cui non ci si può sottrarre. Quello di Lee Unkrich è un tipico esempio di escape movie (i giocattoli devono fuggire dall'asilo/prigione in cui sono finiti), ricco di citazioni e impreziosito da tanti memorabili personaggi: alcuni spassosi e divertenti (da antologia i siparietti tra Barbie e Ken), altri malvagi se non addirittura inquietanti (come il disilluso orso Lotso e il bambolotto). Da segnalare, inoltre, la brevissima apparizione di Totoro, personaggio simbolo dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki, quasi a voler sottolineare la profonda amicizia che lega lo studio americano a quello giapponese. Toccante e fin commovente (quasi impossibile trattenere le lacrime durante lo splendido finale).
Toy Story 4 (Josh Cooley, 2019)
Giocattoli indipendenti ma anche soli, che ricercano una famiglia e che per trovarla sono disposti a ricostruire sé stessi e i propri ingranaggi psicologici e morali, cambiando i propri connotati o semplicemente cercando un nuovo bambino da amare e da cui farsi amare. Woody si conferma sempre in grado di stupire, crescere e regalare emozioni vere e autentiche, sfaccettate e profondissime. Lo sceriffo è il protagonista assoluto della vicenda: porta in sé una grande riflessione sul sacrificio per il bene altrui, ma anche sulla dimensione dell’appartenenza e della riscoperta dell’importanza di una dimensione privata, attraverso la quale la Pixar dimostra ancora una volta di sapersi muovere egregiamente nella sfera delle emozioni adulte dei suoi personaggi e all’interno dei loro paesaggi interiori.
I CORTOMETRAGGI:
Toy Story - Vacanze hawaiane (Gary Rydstrom, 2011)
Bonnie e la sua mamma partono per le Hawaii, lasciando a casa i giocattoli: a rimanerci male è Ken, che sognava una vacanza con Barbie. Woody, Buzz e gli altri cercheranno di organizzare per loro una perfetta esperienza hawaiana tra le mura di casa.
Toy Story of Terror! (Angus MacLane, 2013)
Bonnie e la mamma sono in viaggio e i giocattoli stanno guardando un film horror nel baule dell'auto. Durante una sosta al motel, tuttavia, saranno loro i protagonisti di un'avventura ricca di mistero e dalla quale non sarà seplice trovare una via di fuga.
Toy Story: Tutto un altro mondo (Steve Purcell, 2014)
Bonnie va in visita da un amico e porta con sé i suoi giocattoli. Nella cameretta del bimbo, incontreranno un gruppo di giochi d'azione mai utilizzati, che non sanno cosa significhi giocare e che li costringeranno ad un'avventura da cui potranno uscire solo grazie a un personaggio inaspettato.
Vita da lampada (Valerie LaPointe, 2020)
«Che hai fatto tutto questo tempo? Non ti è mancata la lampada?». È Woody a chiederlo a Bo Peep, durante una conversazione sulla ruota panoramica del Luna Park, dopo le avventure vissute insieme nel lungometraggio premio Oscar. Un racconto semplice, al femminile, che narra le vicende della lampada, tutto ciò che è accaduto da quando ha lasciato la casa di Andy fino alla definitiva emancipazione: da «lampada da bebé» alla nuova libertà nel parco giochi. Sarà tutto vero? Chissà. Ma tornare nell’atmosfera del film è piacevole e la Pixar non manca l’appuntamento con i suoi easter egg: la palla di Luxo Jr. torna, e anche la lampada che, giustamente, è rosa.
I perché di Forky
Il personaggio introdotto in Toy Story 4 è il protagonista di 10 cortometraggi in cui si interroga su alcuni "perché" della vita, essendo stato creato da poco dalla piccola Bonnie. Non mancano le gag esilaranti, pur trattandosi comunque di un prodotto con evidente scopo didattico e indirizzato principalmente al pubblico dei più piccoli.