“Destinazione…Georgia”: la piccola e affascinante repubblica caucasica sarà il Paese ospite della 68. edizione del Trento Film Festival (25 aprile – 3 maggio 2020)
Un’anticipazione del programma di “Destinazione…Georgia” a Bologna con la proiezione di “Our Blood is Wine”, film sulla viticoltura georgiana, presentato in anteprima nell’ambito di VIGNAIOLI DI MONTAGNA: l’evento di cultura enoica e cinematografica che dall’1 al 3 febbraio porterà negli spazi della Cineteca di Bologna i saperi e i sapori delle “terre alte”.
Finlandia, Russia, Turchia, Messico, India, Cile, Islanda, Giappone, Marocco: il giro del mondo del Trento Film Festival è giunto ormai alla decima tappa, e ha deciso di fermarsi in un Paese piccolo ma affascinante, posto a cavallo tra Europa e Asia, crocevia di culture e depositario di tradizioni millenarie che ne fanno, oggi, oggetto di interesse per studiosi di ogni campo del sapere e, sempre di più, per il turismo mondiale. Si tratta della Georgia, che dal 25 aprile al 3 maggio sarà protagonista della sezione “Destinazione...” della 68. edizione del Trento Film Festival.
La Georgia, piccola repubblica situata nel Caucaso meridionale e bagnata dalle acque del Mar Nero, è conosciuta per le sue imponenti catene montuose e le sue vette innevate, per la sua antichissima cultura vitivinicola e per un patrimonio tradizionale di canti polifonici riconosciuti come Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Se a questo si aggiunge una ricca e solida storia di produzione cinematografica, il collegamento con il Trento Film Festival risulta così evidente da rendere la Georgia il Paese ospite perfetto per festeggiare il decimo anniversario della sezione “Destinazione...”.
«Per questa 68. edizione del Trento Film Festival – afferma il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi– la scelta del Paese ospite è caduta sulla Georgia, una nazione che, nel panorama dell’area montuosa del Caucaso e delle ex repubbliche sovietiche, si distingue sia per la vitalità della cinematografia, ammirata anche da maestri come Federico Fellini, sia per lo slancio alla modernità perseguita senza rinunciare alle peculiari e profonde tradizioni culturali, religiose ed enogastronomiche. Un aspetto, quest’ultimo, che ci lega in modo particolare a questo affascinante Paese, dove l’intenso rapporto dell’uomo con la montagna si esprime attraverso consuetudini millenarie che hanno fatto della Georgia la “culla”, nel mondo, della viticoltura e del canto polifonico, primo Patrimonio culturale immateriale riconosciuto dall’Unesco».
«Questi veri e propri “tesori” georgiani, insieme ai film, saranno al centro di diversi appuntamenti del festival che quest’anno, anche grazie alle caratteristiche del Paese ospite, dedicherà una particolare attenzione alla viticoltura di montagna, per fare conoscere ancora di più questa antichissima arte artigiana del nostro territorio, espressione di sapienza, pazienza e rispetto per l’ambiente che ci circonda. In quest’ambito s’inserisce, peraltro, l’iniziativa “Vignaioli di Montagna”, nata dalla collaborazione tra il Consorzio Vignaioli del Trentino, i Freie Weinbauern Südtirol e il Trento Film Festival, con il supporto delle Camera di Commercio di Trento e di Bolzano e che si svolgerà a Bologna, grazie alla partnership con la Fondazione Cineteca di Bologna, dall’1 al 3 febbraio. Un evento realizzato in modo corale, per raccontare una storia di realtà diverse, anche peculiari, ma tutte unite dalla montagna. L’occasione ideale per una originale “anteprima” della 68. edizione del Trento Film Festival, che non a caso avrà al centro un bellissimo film sulla viticoltura georgiana, Our Blood is Wine».
Il programma completo della sezione “Destinazione...” che gode del patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Georgia in Italia sarà svelato a fine febbraio: nell’ambito della cultura enoica, saranno protagonisti del festival il vignaiolo Josko Gravner, che in Georgia ha trovato ispirazione per la sua “rivoluzione”, la giornalista e scrittrice americana Carla Capalbo e il prof. Attilio Scienza, profondo conoscitore della storia della viticoltura caucasica.
Si continua ad approfondire il delicato e intenso rapporto fra l’uomo e la montagna con l’evento “Vignaioli di Montagna” (Bologna, 1-3 febbraio).
Dall’1 al 3 febbraio i Vignaioli del Trentino e i Vignaioli dell’Alto Adige per la prima volta insieme fuori dai confini regionali: grazie al Trento Film Festival e alle Camere di Commercio di Trento e Bolzano, una sinergia culturale ed economica nel nome della montagna.
Nato nel 2017 nel contesto del Trento Film Festival da una felice collaborazione tra le Camere di Commercio di Trento e Bolzano, Vignaioli di montagna non è un film, ma racconta comunque una storia: quella di centinaia di Vignaioli che coltivano la vigna e producono il loro vino nelle valli alpine del Trentino e dell’Alto Adige.
A Bologna, negli splendidi spazi del Cinema Lumière e della Biblioteca Renzo Renzi, per tre giorni la montagna non sarà solo un fondale di scena, ma la protagonista assoluta, che con i suoi ritmi, i suoi ambienti naturali, i suoi cicli stagionali scandisce la vita di chi ci abita e ne trae sostentamento, in una relazione costante che si fonda su tradizioni profonde e in continua evoluzione.
Un’anticipazione del programma di “Destinazione…Georgia” a Bologna con la proiezione di “Our Blood is Wine”, film sulla viticoltura georgiana, presentato in anteprima nell’ambito di VIGNAIOLI DI MONTAGNA: l’evento di cultura enoica e cinematografica che dall’1 al 3 febbraio porterà negli spazi della Cineteca di Bologna i saperi e i sapori delle “terre alte”.
Finlandia, Russia, Turchia, Messico, India, Cile, Islanda, Giappone, Marocco: il giro del mondo del Trento Film Festival è giunto ormai alla decima tappa, e ha deciso di fermarsi in un Paese piccolo ma affascinante, posto a cavallo tra Europa e Asia, crocevia di culture e depositario di tradizioni millenarie che ne fanno, oggi, oggetto di interesse per studiosi di ogni campo del sapere e, sempre di più, per il turismo mondiale. Si tratta della Georgia, che dal 25 aprile al 3 maggio sarà protagonista della sezione “Destinazione...” della 68. edizione del Trento Film Festival.
La Georgia, piccola repubblica situata nel Caucaso meridionale e bagnata dalle acque del Mar Nero, è conosciuta per le sue imponenti catene montuose e le sue vette innevate, per la sua antichissima cultura vitivinicola e per un patrimonio tradizionale di canti polifonici riconosciuti come Patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Se a questo si aggiunge una ricca e solida storia di produzione cinematografica, il collegamento con il Trento Film Festival risulta così evidente da rendere la Georgia il Paese ospite perfetto per festeggiare il decimo anniversario della sezione “Destinazione...”.
«Per questa 68. edizione del Trento Film Festival – afferma il presidente del Trento Film Festival, Mauro Leveghi– la scelta del Paese ospite è caduta sulla Georgia, una nazione che, nel panorama dell’area montuosa del Caucaso e delle ex repubbliche sovietiche, si distingue sia per la vitalità della cinematografia, ammirata anche da maestri come Federico Fellini, sia per lo slancio alla modernità perseguita senza rinunciare alle peculiari e profonde tradizioni culturali, religiose ed enogastronomiche. Un aspetto, quest’ultimo, che ci lega in modo particolare a questo affascinante Paese, dove l’intenso rapporto dell’uomo con la montagna si esprime attraverso consuetudini millenarie che hanno fatto della Georgia la “culla”, nel mondo, della viticoltura e del canto polifonico, primo Patrimonio culturale immateriale riconosciuto dall’Unesco».
«Questi veri e propri “tesori” georgiani, insieme ai film, saranno al centro di diversi appuntamenti del festival che quest’anno, anche grazie alle caratteristiche del Paese ospite, dedicherà una particolare attenzione alla viticoltura di montagna, per fare conoscere ancora di più questa antichissima arte artigiana del nostro territorio, espressione di sapienza, pazienza e rispetto per l’ambiente che ci circonda. In quest’ambito s’inserisce, peraltro, l’iniziativa “Vignaioli di Montagna”, nata dalla collaborazione tra il Consorzio Vignaioli del Trentino, i Freie Weinbauern Südtirol e il Trento Film Festival, con il supporto delle Camera di Commercio di Trento e di Bolzano e che si svolgerà a Bologna, grazie alla partnership con la Fondazione Cineteca di Bologna, dall’1 al 3 febbraio. Un evento realizzato in modo corale, per raccontare una storia di realtà diverse, anche peculiari, ma tutte unite dalla montagna. L’occasione ideale per una originale “anteprima” della 68. edizione del Trento Film Festival, che non a caso avrà al centro un bellissimo film sulla viticoltura georgiana, Our Blood is Wine».
Il programma completo della sezione “Destinazione...” che gode del patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Georgia in Italia sarà svelato a fine febbraio: nell’ambito della cultura enoica, saranno protagonisti del festival il vignaiolo Josko Gravner, che in Georgia ha trovato ispirazione per la sua “rivoluzione”, la giornalista e scrittrice americana Carla Capalbo e il prof. Attilio Scienza, profondo conoscitore della storia della viticoltura caucasica.
Si continua ad approfondire il delicato e intenso rapporto fra l’uomo e la montagna con l’evento “Vignaioli di Montagna” (Bologna, 1-3 febbraio).
Dall’1 al 3 febbraio i Vignaioli del Trentino e i Vignaioli dell’Alto Adige per la prima volta insieme fuori dai confini regionali: grazie al Trento Film Festival e alle Camere di Commercio di Trento e Bolzano, una sinergia culturale ed economica nel nome della montagna.
Nato nel 2017 nel contesto del Trento Film Festival da una felice collaborazione tra le Camere di Commercio di Trento e Bolzano, Vignaioli di montagna non è un film, ma racconta comunque una storia: quella di centinaia di Vignaioli che coltivano la vigna e producono il loro vino nelle valli alpine del Trentino e dell’Alto Adige.
A Bologna, negli splendidi spazi del Cinema Lumière e della Biblioteca Renzo Renzi, per tre giorni la montagna non sarà solo un fondale di scena, ma la protagonista assoluta, che con i suoi ritmi, i suoi ambienti naturali, i suoi cicli stagionali scandisce la vita di chi ci abita e ne trae sostentamento, in una relazione costante che si fonda su tradizioni profonde e in continua evoluzione.