A poche ore dall'assegnazione dei premi della Mostra del Cinema 2021, proviamo a dare un'occhiata ai titoli del concorso che più ci hanno colpito, cercando di fare anche una previsione su chi potrebbe trionfare. Con un concorso di così alto livello, non sarà certo semplice per la giuria, capitanata da Bong Joon-ho, stabilire il palmarès.
Leone d'oro: per quanto riguarda il massimo riconoscimento, noi tifiamo per l'emozionante flusso di coscienza all’interno della memoria firmato Paolo Sorrentino. È stata la mano di Dio, tra le vette assolute del regista napoletano, accoglie al suo interno un racconto autobiografico dalla messa in scena vertiginosa, che potrebbe fare breccia anche al di fuori dei confini nazionali. Stando ai rumors, pare che sia uno dei titoli più quotati per aggiudicarsi l'ambitissimo premio... Sempre parlando di cinema italiano, l'altro nostro titolo del cuore è Qui rido io di Mario Martone, straordinario viaggio nella Napoli della Belle Époque in pieno fermento artistico con al centro la figura di Eduardo Scarpetta. Attenzione a L'événement di Audrey Diwan, che potrebbe essere protagonista di un inaspettato exploit.
Leone d’argento – Gran Premio della Giuria: il secondo premio in ordine di importanza assegnato a Venezia ci piacerebbe potesse andare nelle mani di Paul Schrader, anche a coronamento della sua straordinaria carriera. The Card Counter è un magnifico affresco di colpa e redenzione che riassume i temi cari del regista. Parlando invece di cinema europeo, uno dei nostri amori folli di questa Mostra è Un autre monde, terzo capitolo della trilogia sul mondo del lavoro firmata da Stephane Brizé: un prestigioso riconoscimento sarebbe quasi obbligatorio. Attenzione al discusso Reflection di Valentyn Vasyanovych, opera radicale che affronta l'orrore della guerra e i traumi personali senza scendere a compromessi.
Leone d’argento per la miglior regia: nessuno se lo meriterebbe più di Pablo Larraín. Spencer, ennesimo grande film dell'autore cileno, è un tripudio di invenzioni visive, suggestioni e momenti da brivido: in poche parole, cinema nella sua essenza più pura. Di taglio decisamente più classico è invece Illusions perdues di Xavier Giannoli, bell'esempio di dramma in costume coinvolgente e molto ben girato. E se invece la giuria premiasse Jane Campion per The Power of the Dog?
Premio Speciale della Giuria: qui i giochi si fanno più difficili. Il cuore è tutto per Madres paralelas di Pedro Almódovar, ma non stupirebbe un premio (immeritato) per The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal o, peggio ancora, per Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour.
Premio Osella per la miglior sceneggiatura: difficile pensare che il riconoscimento possa andare a un film che non sia Competencia Oficial di Mariano Cohn e Gastón Duprat, nostro colpo di fulmine della Mostra.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: a giocarsi il premio dovrebbero essere Kristen Stewart, magnifica Lady D in Spencer, e Anamaria Vartolomei, ragazza che deve fare i conti con una gravidanza inaspettata nella Francia degli anni '60 nel dramma L'événement.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile: i due big che si contendono il prestigioso riconoscimento dovrebbero essere Toni Servillo, il cui Scarpetta è quanto di più bello ed emozionante si sia visto in concorso, e Vincent Lindon, davvero straordinario in Un autre monde di Brizé.
Leone d'oro: per quanto riguarda il massimo riconoscimento, noi tifiamo per l'emozionante flusso di coscienza all’interno della memoria firmato Paolo Sorrentino. È stata la mano di Dio, tra le vette assolute del regista napoletano, accoglie al suo interno un racconto autobiografico dalla messa in scena vertiginosa, che potrebbe fare breccia anche al di fuori dei confini nazionali. Stando ai rumors, pare che sia uno dei titoli più quotati per aggiudicarsi l'ambitissimo premio... Sempre parlando di cinema italiano, l'altro nostro titolo del cuore è Qui rido io di Mario Martone, straordinario viaggio nella Napoli della Belle Époque in pieno fermento artistico con al centro la figura di Eduardo Scarpetta. Attenzione a L'événement di Audrey Diwan, che potrebbe essere protagonista di un inaspettato exploit.
Leone d’argento – Gran Premio della Giuria: il secondo premio in ordine di importanza assegnato a Venezia ci piacerebbe potesse andare nelle mani di Paul Schrader, anche a coronamento della sua straordinaria carriera. The Card Counter è un magnifico affresco di colpa e redenzione che riassume i temi cari del regista. Parlando invece di cinema europeo, uno dei nostri amori folli di questa Mostra è Un autre monde, terzo capitolo della trilogia sul mondo del lavoro firmata da Stephane Brizé: un prestigioso riconoscimento sarebbe quasi obbligatorio. Attenzione al discusso Reflection di Valentyn Vasyanovych, opera radicale che affronta l'orrore della guerra e i traumi personali senza scendere a compromessi.
Leone d’argento per la miglior regia: nessuno se lo meriterebbe più di Pablo Larraín. Spencer, ennesimo grande film dell'autore cileno, è un tripudio di invenzioni visive, suggestioni e momenti da brivido: in poche parole, cinema nella sua essenza più pura. Di taglio decisamente più classico è invece Illusions perdues di Xavier Giannoli, bell'esempio di dramma in costume coinvolgente e molto ben girato. E se invece la giuria premiasse Jane Campion per The Power of the Dog?
Premio Speciale della Giuria: qui i giochi si fanno più difficili. Il cuore è tutto per Madres paralelas di Pedro Almódovar, ma non stupirebbe un premio (immeritato) per The Lost Daughter di Maggie Gyllenhaal o, peggio ancora, per Mona Lisa and the Blood Moon di Ana Lily Amirpour.
Premio Osella per la miglior sceneggiatura: difficile pensare che il riconoscimento possa andare a un film che non sia Competencia Oficial di Mariano Cohn e Gastón Duprat, nostro colpo di fulmine della Mostra.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: a giocarsi il premio dovrebbero essere Kristen Stewart, magnifica Lady D in Spencer, e Anamaria Vartolomei, ragazza che deve fare i conti con una gravidanza inaspettata nella Francia degli anni '60 nel dramma L'événement.
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile: i due big che si contendono il prestigioso riconoscimento dovrebbero essere Toni Servillo, il cui Scarpetta è quanto di più bello ed emozionante si sia visto in concorso, e Vincent Lindon, davvero straordinario in Un autre monde di Brizé.