"In che cosa credi? Credi nell'amore?
Credi nel cuore? Poi quello si ferma.
Credi in tua moglie? Lei ti può sempre tradire.
Credi nei figli? Se non gli passi abbastanza soldi smetteranno di parlarti".
Si apre con queste e altre domande la prima puntata di ZeroZeroZero, nuova serie di Stefano Sollima, mentre la macchina da presa inquadra un Gabriel Byrne steso a terra fra proiettili cadenti. Parte così il viaggio della cocaina, una delle sostanze più redditizie al mondo. Questo viaggio collega il Messico agli Stati Uniti per arrivare poi alla Calabria, intrecciando le vicende di boss mafiosi, narcotrafficanti e addetti al trasporto merci, per dipingere un mondo economico parallelo (ma non per questo meno vicino) al nostro.
I due episodi, The Shipment e Tampico Skies, presentati Fuori Concorso a Venezia 76, sono un assaggio degli otto totali che arriveranno stasera su Sky Atlantic: una prima incursione nell'universo dei vari personaggi.
La storia si divide in tre linee narrative principali: quella dei compratori, in Calabria, dove si trova Don Minu, anziano boss mafioso che vive in un bunker sotterraneo e che sta studiando un piano per riaffermare il suo potere; quella dei venditori, in Messico, il cui protagonista è Vampiro, agente di un'unità speciale messicana che si occupa di catturare narcotrafficanti; quella degli intermediari, ambientata a New Orleans, dove la famiglia Lynwood possiede un'azienda di navi cargo. Questi tre universi sono co-dipendenti ma separati fino a quando il ritorno sulle scene di Don Minu cambia le carte in tavola e li porta a scontrarsi.
Dal punto di vista produttivo l'ambizione è ovviamente altissima, per stessa ammissione del regista e dei produttori, che non hanno badato a spese per permettere alla troupe di fare ricerca sul campo, di viaggiare e intervistare gli abitanti dei luoghi che si volevano raccontare, in modo da creare dei personaggi basati su esperienze reali.
La nota più interessante della serie sembra la decisione di non trattare la materia con un approccio lineare: i rapporti che intercorrono tra le varie sezioni del commercio della cocaina sono raramente diretti e limpidi, dal momento che si servono, piuttosto, di reti di contatti e di impiegati e la pluralità del racconto è messa da subito in chiaro, spostandosi tra i tre punti centrali dell'azione e mostrando al pubblico i momenti in cui le tre realtà si trovano a incontrarsi.
Sollima dirige, dopo l'esperienza di Gomorra - La serie e di Soldado, un racconto dal respiro internazionale, passando senza problemi dalla Calabria più rurale e nascosta alle periferie messicane e al lusso statunitense. La regia degli episodi è divisa con Janus Metz e Pablo Trapero e il cast vanta un insieme di nomi italiani e internazionali, per questa produzione che pare essere una delle più costose mai messe in piedi da Cattleya, Sky, Canal+ e Amazon.
Al netto di alcuni momenti di calo e di alcuni disequilibri dal punto di vista del fascino dei mondi messi in scena, questi primi due episodi ricoprono bene il loro ruolo introduttivo e fanno sperare che il resto della stagione riesca sviluppare gli spunti interessanti, crescendo sempre di più.