Luchino
Visconti
2 novembre 1906, Milano (Italia) — 17 marzo 1976, Roma (Italia)
Premi Principali
Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia
1965
Palma d’oro al Festival di Cannes
1963
Regista e sceneggiatore, proveniente da una famiglia nobiliare, è un riferimento assoluto nel panorama cinematografico e teatrale italiano. Grazie a importanti frequentazioni, studia musica e si avvicina fin da piccolo alla letteratura, alla lirica e al melodramma (il padre è uno dei finanziatori del Teatro alla Scala di Milano). Muove i suoi primi passi nel cinema nel 1936, come assistente alla regia e ai costumi di Jean Renoir per La scampagnata (Partie de campagne). Antifascista impegnato nella Resistenza, esordisce alla regia con Ossessione (1943), memorabile dramma proto-noir con Massimo Girotti e Clara Calamai: il film, ispirato al romanzo Il postino suona sempre due volte (1934) di James M. Cain, apre le porte del Neorealismo. Partendo dalla poetica verista de I Malavoglia (1881) di Giovanni Verga, realizza La terra trema (1948), straordinario affresco sullo sfruttamento interpretato da attori non professionisti. Negli anni Cinquanta, realizza il meraviglioso dramma popolare Bellissima (1951), con Anna Magnani, ma soprattutto il suo capolavoro assoluto, Senso (1954): il film, mélo ambientato durante il Risorgimento, rilegge la Storia attraverso la disillusione e il disgregamento morale dei protagonisti, Alida Valli e Farley Granger. Tra le vette della storia del cinema, viene scandalosamente ignorato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tra i suoi titoli più celebri degli anni Sessanta, ci sono il tragico dramma sociale Rocco e i suoi fratelli (1960), con un memorabile Alain Delon, e Il gattopardo (1963), fluviale racconto sulla fine di un'epoca e sull'effimera appartenenza patriottica delle classi politiche italiane, con Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Il film, Palma d'oro al Festival di Cannes, mette in luce una cura maniacale per i dettagli di costumi, scenografie e arredi, ed è una delle più importanti ricostruzioni storiche viste sul grande schermo. Segue Vaghe stelle dell’orsa (1965) con Claudia Cardinale e Jean Sorel, che vince il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Oltre al monumentale Ludwig (1973), compendio ideale di una esistenza votata all'arte, con Helmut Berger protagonista, tra le opere più importanti dell'ultimo periodo, ci sono La caduta degli dei (1968), Morte a Venezia (1971) da Thomas Mann e L'innocente (1976) da Gabriele d'Annunzio, suo ultimo film.
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