Fausto (Elio Germano) e Nadine (Astrid Bergès-Frisbey) si incontrano a Parigi: lui è italiano e lavora come cameriere, lei francese e bellissima. S'innamorano, ma la loro sarà una relazione tormentata e ricca di ostacoli.
Terzo lungometraggio di Claudio Cupellini, anche autore della sceneggiatura insieme a Filippo Gravino e Guido Iuculano. Ed è proprio lo script il principale problema di una pellicola che definire deludente sarebbe soltanto un eufemismo: diversi i buchi di sceneggiatura, i passaggi meccanici e poco credibili, accompagnati da due personaggi le cui psicologie sono tratteggiate in maniera grossolana e approssimativa. L'intera pellicola è soltanto un pretesto per ribaltare il punto di partenza, che vede lui spiantato e lei lanciata verso una luminosa carriera, e arrivare al finale con le parti invertite. Lontano dal rigore di Una vita tranquilla (2010), Cupellini gira senza nerbo, mentre gli attori non fanno davvero nulla per migliorare la resa complessiva. Spesso, si sfiora anche il ridicolo involontario.