Quante volte ci siamo detti "Se fossi arrivato un minuto prima", "Bastava un minuto in più", "Un minuto e non sarebbe successo"? Claudio (Max Giusti) l'ha pensato diverse volte e forse la sua vita, se fosse stato possibile tornare indietro ogni tanto, sarebbe stata diversa. Ora ha 50 anni, è un agente immobiliare, spiantato, separato dalla moglie e criticato dai due figli. Il suo primo smartphone, però, cambierà tutto.
Ennesima commedia italiana che tenta di fare dei telefoni cellulari all’avanguardia di oggi un veicolo attraverso il quale far partire un potenziale canovaccio di situazioni e trovate, Appena un minuto, diretta dall’attore ed ex membro del duo de I soliti idioti Francesco Mandelli, sconta la derivazione teatrale dallo spettacolo con protagonista lo stesso Max Giusti, faticando miseramente a trovare un ritmo cinematografico e una compiutezza che possa garantire una ragion d’essere anche minima sul grande schermo. La stragrande maggioranza delle gag, che condensano in soli sessanta minuti lo spunto già “esplorato” da Adam Sandler nel suo Cambia la tua vita con un click (2006), non strappano nemmeno una risata stiracchiata e il susseguirsi inutile di scenette comicarole e inutili e perniciosi personaggi di contorno finisce col relegare in secondo e forse anche in terzo piano l’idea di partenza. Anche gli spunti antropologici, dai giovani fissati con la trap alle badanti mestamente ritratte come arrampicatrici sociali, sono di desolante piattezza. Mandelli, da regista, aveva già firmato La solita commedia - Inferno (2015) e Bene ma non benissimo (2018).