Figlio di una cerva dal cuore d'oro e del potente principe delle Foreste, il dolce cerbiattino Bambi cresce circondato dagli amici animali: Tamburino (un coniglietto), Fiore (una puzzola) e Faline (un'altra cerbiattina). Quando i cacciatori gli uccidono la madre, Bambi capirà cosa vuol dire essere grande e, con l'aiuto del padre, si affaccerà all'età adulta, preparandosi ad affrontare le lotte con i cacciatori e l'arrivo dell'amore. Il cartoon che ha traumatizzato intere generazioni di spettatori, con uno dei momenti più strazianti nella storia del cinema d'animazione (il piccolo protagonista cerca la mamma, assassinata dai cacciatori, sotto una tempesta di neve tecnicamente perfetta), è ispirato a Bambi, vita di un capriolo dell'austriaco Felix Salten (1869-1945) e rappresenta uno straordinario dispositivo in grado di intrecciare con grande abilità pigli narrativi a momenti quasi documentaristici che segnano le tappe più significative di un Bildungsroman tra i boschi. È una delle produzioni disneyane più convenzionali (del resto, si tratta pur sempre del quinto Classico del canone) e schematiche, in cui i rigidi inquadramenti di crescita, vittoria e acquisizione del proprio potere trovano eccellente posizionamento. Bambi supera angherie, morti e difficoltà varie, ma diventa principe e corona il suo sogno d'amore, accompagnato dal trionfo della natura sulla crudeltà dell'uomo e dalla saggia benevolenza di un padre che sa quando farsi da parte per dare al figlio la possibilità di diventare adulto e sovrano. Meritocrazia color pastello per una delle parabole Disney più felici, memorabile anche nei momenti più tragici.