Battaglia nel cielo
Batalla en el cielo
2005
Paesi
Messico, Belgio, Francia, Germania, Olanda
Genere
Drammatico
Durata
98 min.
Formato
Colore
Regista
Carlos Reygadas
Attori
Marcos Hernández
Anapola Mushkadiz
Berta Ruiz
David Bornstien
Brenda Angulo
Marcos (Marcos Hernández) si rende protagonista, insieme alla propria consorte (Bertha Ruiz), del rapimento di un nipotino che però resta ucciso. Un evento che manda in crisi l'uomo, il quale si ritrova a convivere quotidianamente con l'idea di costituirsi e confessare il suo crimine alle autorità. Marcos, al contempo, è attratto fatalmente da Ana (Anapola Mushkadiz), figlia del suo datore di lavoro, che fa anche la prostituta.
Il lato peggiore di quello che qualcuno bolla come “cinema da festival” confluisce in questo film tanto sfrontato quanto sbagliato, che pretende di provocare attraverso la bella mostra di organi sessuali e dettagli anatomici e l'esposizione manipolatoria di corpi sovrappeso e sgraziati, che però non hanno alle spalle alcun sottotesto, nessuna (reale) critica sociale, né tantomeno un'idea di sguardo e di mondo. La fellatio iniziale in cui nulla è lasciato all'immaginazione, di concerto con un movimento di macchina sinuoso ma geometrico, è chiaramente una sequenza degna di un ciarlatano, e i momenti sulla stesa lunghezza d'onda purtroppo nel film si sprecano. Si vedano ad esempio gli inutili piani-sequenza che accompagnano gli eserciti in marcia e le folle nei mezzi pubblici, ma anche le rotazioni di 360° della macchina da presa intorno ai personaggi che sono puro sfoggio del nulla. Domina incontrastata la stilizzazione inutile e un manierismo di bassa lega, fatta eccezione per una sequenza in cui lo sguardo del regista si stacca dal talamo in cui i due protagonisti stanno consumando un rapporto sessuale per spostarsi, senza stacchi di montaggio, sui palazzi e gli edifici della città e infine rientrare di nuovo nell'appartamento a coito ultimato: una scena interpretata meravigliosamente dal critico britannico Mark Cousins nel suo The Story of Film (2011). Sight & Sound, l'autorevole rivista britannica della quale Cousins è una delle firme di spicco, ha non a caso segnalato il film tra le opere chiave del primo decennio del XXI secolo.
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