Il giovane Zachary Beaulieu (Marc-André Grondin) è un ragazzo eccentrico, con un padre omofobo e una madre esageratamente protettiva. Quarto di cinque fratelli, il ragazzo cerca la sua vera identità (anche sessuale), confrontandosi con una famiglia esageratamente conformista e chiusa. Il film che fece scoprire Jean-Marc Vallée (Dallas Buyers Club, 2013) è una pellicola di formazione focalizzata sulla vita di una borghese famiglia disfunzionale all'interno di un ventennio (1960-1980), vista dagli occhi del componente più sensibile. Scanzonata nella puntigliosa rappresentazione del Québec dell'epoca, è un'opera a tratti eccessivamente parlata che fatica a reggere l'ambizione di spaccato socio-culturale tutto incentrato sul rapporto conflittuale che Zachary vive con il mondo, con i suoi cari e, in particolare, con suo padre, il quale non accetta l'omosessualità e si pone come un paladino di tronfia virilità. La loro è una sfida verbale, fisica e musicale. Vallée ricerca anche virtuosismi di regia e talvolta li trova, ma questo dramma della diversità sembra viaggiare con il freno a mano per paura di andare fuori strada. Fondamentale il contributo della colonna sonora, con pezzi di Patsy Cline, Pink Floyd, Rolling Stones, Charles Aznavour e il brano Space Oddity di David Bowie. Miglior film canadese al Toronto International Film Festival, venne presentato in anteprima al pubblico italiano durante la Mostra del Cinema di Venezia.