Canada. Martine (Héléna Laliberté), maestra elementare, si suicida senza lasciare spiegazioni. Al suo posto subentra Bashir Lazhar (Mohamed Fellag), immigrato algerino in fuga da un passato traumatico; saprà guadagnarsi la fiducia dei piccoli alunni, in particolare di Alice (Sophie Nélisse), portando alla luce oscuri e inconfessabili segreti. Dalla pièce Bashir Lazhar di Evelyne de la Chenelière, un dramma leggiadro e sfumato diretto da Philippe Falardeau (anche sceneggiatore), che riflette su questioni scomode quali guerra, solitudine, emarginazione, sistema educativo scolastico. La carne al fuoco è davvero tanta (troppa, verrebbe da dire, considerando l'incursione in una materia scottante quale il sospetto di pedofilia e le sue devastanti conseguenze, con un ribaltamento inaspettato dei ruoli tra vittima e carnefice) e lo sviluppo narrativo resta quasi sempre in superficie, preferendo non addentrarsi in meandri troppo oscuri; ma la mano sapiente di Falardeau riesce a tratteggiare un iter di formazione, personale e collettivo, con una delicatezza sorprendente, rendendo abbordabili tematiche di non facile rappresentazione. E il rapporto tra il protagonista e l'allieva Alice tocca vertici di tenerezza che colpiscono spesso nel segno. Imperfetto, ma comunque intenso e sentito, il che non è poco. Notevole performance di Fellag, alle prese con un ruolo decisamente impegnativo. Candidato all'Oscar come miglior film straniero.