Calvario
Calvary
2014
Paesi
Irlanda, Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
102 min.
Formato
Colore
Regista
John Michael McDonagh
Attori
Brendan Gleeson
Chris O'Dowd
Kelly Reilly
Aidan Gillen
Dylan Moran
Domhnall Gleeson
David Wilmot
Orla O'Rourke
Jackie Berroyer
In un piccolo paese irlandese, Padre James (Brendan Gleeson) viene minacciato di morte da un misterioso fedele che vuole vendicarsi per gli abusi subiti da piccolo da un prete, eliminando un rappresentante della categoria, benché innocente.
Secondo lungometraggio dell'irlandese John Michael McDonagh dopo il più leggero Un poliziotto da happy hour (2011), Calvario è un sorprendente graffio, doloroso e arguto, ai dettami della società cattolica provinciale. Fredda rappresentazione della desolata costa irlandese, fotografata in tutta la sua brutale bellezza, l'odissea del prete James – sanguigno, genuino eppure disperatamente solo, nonostante l'apparente benevolenza della sua comunità – viene perfettamente incarnata da un roccioso, bravissimo Gleeson, che riflette nelle rughe del suo volto segnato l'asperità dell'ambiente che lo circonda. A indebolire un po' l'impianto narrativo ci sono le vicende, forse volutamente grottesche ed esagerate, del protagonista e dei suoi compaesani: è davvero un po' troppo accostare a un sacerdote vedovo una figlia aspirante suicida (Kelly Reilly), un maniaco cannibale (Domhnall Gleeson, figlio di Brendan), una ninfomane (Orla O'Rourke), un uomo molestato in tenera età da un ecclesiastico (Chris O'Dowd), un miliardario eccentrico e alcolista (Dylan Moran) e altri caratteri sopra le righe. Il rischio che si corre è quello di apparire didascalici e bozzettistici nella veicolazione di una pur indiscutibile morale, ma grazie alla solidità dei dialoghi, spesso serratissimi e mai speculativi anche quando intrisi di pura filosofia, e alla compattezza del cast il risultato finale è di sicuro fascino e difficilmente potrà lasciare indifferenti. Premio della Giuria Ecumenica nella sezione Panorama del Festival di Berlino.
Secondo lungometraggio dell'irlandese John Michael McDonagh dopo il più leggero Un poliziotto da happy hour (2011), Calvario è un sorprendente graffio, doloroso e arguto, ai dettami della società cattolica provinciale. Fredda rappresentazione della desolata costa irlandese, fotografata in tutta la sua brutale bellezza, l'odissea del prete James – sanguigno, genuino eppure disperatamente solo, nonostante l'apparente benevolenza della sua comunità – viene perfettamente incarnata da un roccioso, bravissimo Gleeson, che riflette nelle rughe del suo volto segnato l'asperità dell'ambiente che lo circonda. A indebolire un po' l'impianto narrativo ci sono le vicende, forse volutamente grottesche ed esagerate, del protagonista e dei suoi compaesani: è davvero un po' troppo accostare a un sacerdote vedovo una figlia aspirante suicida (Kelly Reilly), un maniaco cannibale (Domhnall Gleeson, figlio di Brendan), una ninfomane (Orla O'Rourke), un uomo molestato in tenera età da un ecclesiastico (Chris O'Dowd), un miliardario eccentrico e alcolista (Dylan Moran) e altri caratteri sopra le righe. Il rischio che si corre è quello di apparire didascalici e bozzettistici nella veicolazione di una pur indiscutibile morale, ma grazie alla solidità dei dialoghi, spesso serratissimi e mai speculativi anche quando intrisi di pura filosofia, e alla compattezza del cast il risultato finale è di sicuro fascino e difficilmente potrà lasciare indifferenti. Premio della Giuria Ecumenica nella sezione Panorama del Festival di Berlino.
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