Una ragazza, Parasha Pitunova (Vera Maretskaya), arriva a Mosca dalla provincia più profonda e selvaggia e va a vivere a casa del parrucchiere Golikov (Vladimir Fogel) e consorte (Yelena Tyapkina), che sono in cerca di una domestica. Ad aspettare Parasha dietro l'angolo, però, ci sarà una carriera ben più ambiziosa. Il quarto film di Barnet racconta di una giovane dapprincipio sfruttata, ma che il corso degli eventi provvederà a indirizzare verso sorprendenti scenari, sovvertendo la prevedibilità degli equilibri sociali cui tutto sembrava destinato. Il regista russo firma una storia in apparenza ordinaria ma in realtà emblematica e indicativa dello status quo del tessuto sociale e antropologico del mondo sovietico del tempo, dove passato e futuro coesistono e tutto si fraziona in una serie di rimandi iconografici e concettuali. I luoghi e gli spazi (la piazza, la casa) godono di una valenza significativa, ma ciò che interessa di più a Barnet, la cui pellicola ci è giunta incompleta e privata dell'ultima parte, è senza ombra di dubbio il contrasto dialettico tra le forze che regolano l'ordinamento della società e la soggettività della protagonista. Eclettismo, brillantezza, attenzione alle sfumature ma anche alla forza immediata del linguaggio cinematografico, tutte doti che in Barnet abbondano felicemente. Da riscoprire.