Casablanca Beats
Haut et fort
2021
Paesi
Francia, Marocco
Genere
Drammatico
Durata
101 min.
Formato
Colore
Regista
Nabil Ayouch
Attori
Ismail Adouab
Nouhaila Arif
Samah Baricou
Abdelilah Basbousi
Anas Basbousi
Dei giovani ragazzi provano la strada della musica e del rap nel centro culturale del quartiere Sidi Moumen di Casablanca, sobborgo povero diventato famoso nel 2003 a causa di un attacco terroristico perpetrato dalla gente del posto.
Il regista e sceneggiatore francese di origini marocchine Nabil Ayouch porta in scena con sguardo empatico e sincero dei giovani musulmani che tentano, attraverso la musica, di farsi largo in un contesto non semplice, specie per chi vuole fare hip-hop. Casablanca Beats in tal senso è un film molto lineare e schietto, che non cerca di focalizzarsi sulle storie dei singoli personaggi ma di inserirne le liriche, corredate da una forte urgenza non solo giovanile, in un perimetro politico e sociale più ampio. Il film non è infatti una classica storia sul successo “all’americana”, cioè come liberazione e affrancamento da un ambiente ostile, ma un lavoro di pura messa in scena che punta molto sull’esecuzione verbale, ficcante e ritmata, tanto dei dialoghi quanto degli scontri dialettici, riversati oltretutto in scene di ballo dalla forte carica collettiva e coinvolgente. Il risultato è un film che tiene molto basse le proprie ambizioni, ricorda da vicino troppe altre pellicole, ma, nonostante diverse banalità di troppo, riesce almeno in parte a colpire soprattutto grazie alla forza dei giovani interpreti e di una sceneggiatura che, seppur lacunosa nel tratteggio di tutte le psicologie, è in grado di far emergere con crudezza le tantissime insidie dietro innocenze e sogni violati di una generazione. Il copione, tra l’altro, è basato su esperienze personali didattiche dello stesso Ayouch nell'aprire un centro culturale per giovani alla periferia di Casablanca, che nel film ci viene presentato come una sorta di disperato ma vitalissimo Bronx locale, nel quale filtrano temi tabù in Marocco fino a non molto tempo fa: politica, islam, estremismo religioso e ruolo delle donne nella società musulmana, per quanto ci sia sempre la mannaia dell’arresto nel trattare certi argomenti e dunque l’esigenza costante dell’auto-censura. L’ex rapper insegnante di nome Anas è interpretato magistralmente dall'artista rap Anas Basbousi, che arriva a Sidi Moumen per tenere la sua prima lezione in luogo permeato di street culture, ma nel quale egli stesso muove palesemente i suoi primi passi, come fosse un outsider qualunque e in diretta prossimità con i ragazzi, quasi come se non ci fossero cattedre e anche il docente avesse molto da imparare dagli allievi. La sua lezione di storia del rap cita evidentemente il modo in cui la cultura afroamericana negli Stati Uniti, e i cambiamenti che hanno portato all'elezione di Barack Obama, hanno alimentato il movimento della Primavera Araba in Tunisia. Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2021, sezione nella quale Ayouch ha trovato posto per la prima volta con un suo film.
Il regista e sceneggiatore francese di origini marocchine Nabil Ayouch porta in scena con sguardo empatico e sincero dei giovani musulmani che tentano, attraverso la musica, di farsi largo in un contesto non semplice, specie per chi vuole fare hip-hop. Casablanca Beats in tal senso è un film molto lineare e schietto, che non cerca di focalizzarsi sulle storie dei singoli personaggi ma di inserirne le liriche, corredate da una forte urgenza non solo giovanile, in un perimetro politico e sociale più ampio. Il film non è infatti una classica storia sul successo “all’americana”, cioè come liberazione e affrancamento da un ambiente ostile, ma un lavoro di pura messa in scena che punta molto sull’esecuzione verbale, ficcante e ritmata, tanto dei dialoghi quanto degli scontri dialettici, riversati oltretutto in scene di ballo dalla forte carica collettiva e coinvolgente. Il risultato è un film che tiene molto basse le proprie ambizioni, ricorda da vicino troppe altre pellicole, ma, nonostante diverse banalità di troppo, riesce almeno in parte a colpire soprattutto grazie alla forza dei giovani interpreti e di una sceneggiatura che, seppur lacunosa nel tratteggio di tutte le psicologie, è in grado di far emergere con crudezza le tantissime insidie dietro innocenze e sogni violati di una generazione. Il copione, tra l’altro, è basato su esperienze personali didattiche dello stesso Ayouch nell'aprire un centro culturale per giovani alla periferia di Casablanca, che nel film ci viene presentato come una sorta di disperato ma vitalissimo Bronx locale, nel quale filtrano temi tabù in Marocco fino a non molto tempo fa: politica, islam, estremismo religioso e ruolo delle donne nella società musulmana, per quanto ci sia sempre la mannaia dell’arresto nel trattare certi argomenti e dunque l’esigenza costante dell’auto-censura. L’ex rapper insegnante di nome Anas è interpretato magistralmente dall'artista rap Anas Basbousi, che arriva a Sidi Moumen per tenere la sua prima lezione in luogo permeato di street culture, ma nel quale egli stesso muove palesemente i suoi primi passi, come fosse un outsider qualunque e in diretta prossimità con i ragazzi, quasi come se non ci fossero cattedre e anche il docente avesse molto da imparare dagli allievi. La sua lezione di storia del rap cita evidentemente il modo in cui la cultura afroamericana negli Stati Uniti, e i cambiamenti che hanno portato all'elezione di Barack Obama, hanno alimentato il movimento della Primavera Araba in Tunisia. Presentato in Concorso al Festival di Cannes 2021, sezione nella quale Ayouch ha trovato posto per la prima volta con un suo film.
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