Quattro stagioni all'interno dell'aeroporto milanese di Malpensa, tra arrivi, partenze, controlli di polizia e passeggeri con storie incredibili. L'opera che ha fatto scoprire il talento di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, due documentaristi abituati a non scendere a compromessi né ad ammiccare a estetiche commerciali che ben poco gli interessano. Il castello è un film impegnativo, totalmente basato sull'osservazione della realtà, dotato di un ritmo contemplativo e non adatto a tutti i gusti. Privo di interviste, commenti fuori campo o ricostruzioni in scena, il documentario mostra in maniera cruda la vita all'interno di un non-luogo invaso costantemente dalla tensione figlia del post-11 Settembre. L'immobilità sembra essere una delle caratteristiche principali della struttura che, più che avvicinarsi a un ambiente di incontro di vite umane, assomiglia piuttosto a un luogo di passaggio in cui l'umanità non è pervenuta. Tutti corrono, nessuno parla e in pochi si accorgono dei dettagli vivi dell'aeroporto (notevole la sequenza della signora che si cambia dentro la toilette). Il paragone tra Malpensa e l'Italia è intuibile ed efficace, semplice nella sua linearità ma profondo e marcato nel suo messaggio. Da vedere, ma a patto di essere dotati di buona pazienza.