Spira Mirabilis
2016
Paesi
Italia, Svizzera
Genere
Documentario
Durata
121 min.
Formato
Colore
Registi
Massimo D'Anolfi
Martina Parenti
I quattro elementi naturali (acqua, aria, terra e fuoco) sono lo spunto per raccontare altrettante storie mirate a indagare la tensione che gli essere umani di tutto il mondo nutrono nei confronti dell'immortalità.
A distanza di un solo anno da L'infinita fabbrica del Duomo (2015), la coppia di documentaristi italiani formata da Massimo D'Anolfi e Martina Parenti torna dietro la macchina da presa per firmare un progetto tanto ambizioso quanto stratificato. Spira Mirabilis è un lungo viaggio nei posti più disparati della Terra, una sinfonia visiva accompagnata da suoni e rumori più che dalle parole. Se le premesse erano indubbiamente suggestive (visto anche il talento dei due autori e la loro notevole sensibilità nel trattare le tematiche più delicate), purtroppo l'esito può dirsi riuscito solo parzialmente. Il documentario soffre di una prima parte decisamente prolissa e ripetitiva che rischia di disorientare lo spettatore più del dovuto: l'intento di restituire una dimensione più eterea e impalpabile, che sposi stilisticamente le tematiche trattate, viene perseguito efficacemente attraverso la realizzazione di un ricco e stimolante mosaico di immagini e suoni, ma la carne al fuoco è troppa e il fiato è troppo poco (a causa anche del minutaggio eccessivo) per un’operazione che si vorrebbe di così ampio respiro. Il risultato, quindi, non può che essere discontinuo e sfilacciato (buona la parte sull’Acqua, con protagonista uno scienziato-cantante giapponese che studia una rara specie di meduse immortali; pretenziosa quella sul Fuoco, con al centro una comunità di nativi americani) e la sensazione è quella di essersi trovati davanti un’occasione sprecata, più che un vortice meraviglioso come il titolo suggerirebbe. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2016.
A distanza di un solo anno da L'infinita fabbrica del Duomo (2015), la coppia di documentaristi italiani formata da Massimo D'Anolfi e Martina Parenti torna dietro la macchina da presa per firmare un progetto tanto ambizioso quanto stratificato. Spira Mirabilis è un lungo viaggio nei posti più disparati della Terra, una sinfonia visiva accompagnata da suoni e rumori più che dalle parole. Se le premesse erano indubbiamente suggestive (visto anche il talento dei due autori e la loro notevole sensibilità nel trattare le tematiche più delicate), purtroppo l'esito può dirsi riuscito solo parzialmente. Il documentario soffre di una prima parte decisamente prolissa e ripetitiva che rischia di disorientare lo spettatore più del dovuto: l'intento di restituire una dimensione più eterea e impalpabile, che sposi stilisticamente le tematiche trattate, viene perseguito efficacemente attraverso la realizzazione di un ricco e stimolante mosaico di immagini e suoni, ma la carne al fuoco è troppa e il fiato è troppo poco (a causa anche del minutaggio eccessivo) per un’operazione che si vorrebbe di così ampio respiro. Il risultato, quindi, non può che essere discontinuo e sfilacciato (buona la parte sull’Acqua, con protagonista uno scienziato-cantante giapponese che studia una rara specie di meduse immortali; pretenziosa quella sul Fuoco, con al centro una comunità di nativi americani) e la sensazione è quella di essersi trovati davanti un’occasione sprecata, più che un vortice meraviglioso come il titolo suggerirebbe. Presentato in concorso alla Mostra di Venezia 2016.
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