Creature di Dio
God's Creatures
2022
Paesi
Irlanda, Gran Bretagna, Usa
Genere
Drammatico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Registi
Saela Davis
Anna Rose Holmer
Attori
Emily Watson
Paul Mescal
Aisling Franciosi
Declan Conlon
Toni O'Rourke
Marion O'Dwyer
Brendan McCormack
Isabelle Connolly
In Irlanda, in uno sperduto villaggio di pescatori, una madre (Emily Watson) è combattuta tra l’istinto di proteggere il figlio (Paul Mescal) e il proprio senso d’integrità. Una bugia raccontata per coprire il figlio da un’accusa infamante rischierà di mandare in frantumi la famiglia e il futuro della piccola comunità di cui fa parte.
Secondo lungometraggio di finzione per Anna Rose Holmer, qui in coppia con l’esordiente Saela Davis. Il film tratta tematiche delicate e potenti, ambientando la storia in un’Irlanda ben lontana dalla sua immagine da cartolina: in un impoverito villaggio di pescatori, Aileen (interpretata dolentemente da una Emily Watson che regala un’ennesima ottima prova) decide di mentire per coprire il figlio, appena tornato a casa dopo lungo tempo, da un’accusa di violenza sessuale. La menzogna crea tensione e scontri sia fuori che dentro la famiglia. Se il tema non è particolarmente originale e la scrittura, altrove puntuale, porta a un finale che sembra troppo brusco e radicale rispetto all’evoluzione del personaggio di Aileen, resta comunque una pellicola efficace nello scrutare le ombre più nere di una famiglia che fa di tutto per cercare di restare a galla, ma si vede scontrare contro una realtà che si fa tanto più oscura quanto più si cerca di impedire alla verità di vedere la luce. Buona anche la prova di Paul Mescal e del resto del cast.
Secondo lungometraggio di finzione per Anna Rose Holmer, qui in coppia con l’esordiente Saela Davis. Il film tratta tematiche delicate e potenti, ambientando la storia in un’Irlanda ben lontana dalla sua immagine da cartolina: in un impoverito villaggio di pescatori, Aileen (interpretata dolentemente da una Emily Watson che regala un’ennesima ottima prova) decide di mentire per coprire il figlio, appena tornato a casa dopo lungo tempo, da un’accusa di violenza sessuale. La menzogna crea tensione e scontri sia fuori che dentro la famiglia. Se il tema non è particolarmente originale e la scrittura, altrove puntuale, porta a un finale che sembra troppo brusco e radicale rispetto all’evoluzione del personaggio di Aileen, resta comunque una pellicola efficace nello scrutare le ombre più nere di una famiglia che fa di tutto per cercare di restare a galla, ma si vede scontrare contro una realtà che si fa tanto più oscura quanto più si cerca di impedire alla verità di vedere la luce. Buona anche la prova di Paul Mescal e del resto del cast.
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