Cuore fedele
Coeur fidèle
1923
Paese
Francia
Genere
Drammatico
Durata
87 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Jean Epstein
Attori
Gina Manès
Léon Mathot
Edmond Van Daële
Marie Epstein
Claude Benedict
Madame Maufroy
Maltrattata dai genitori adottivi (Claude Benedict e Madame Maufroy), l'orfana Marie (Gina Manès) si rifugia tra le braccia di Jean (Léon Mathot) e sogna di fuggire verso un'altra vita. Il violento e alcolizzato Petit Paul (Edmond Van Daële) la rapisce, deciso a sposarla: Jean si lancia all'inseguimento, ma il destino ha in serbo brutte sorprese.
Melodramma impressionista diretto dal regista e teorico Jean Epstein, che coglie il germe di quel realismo poetico destinato a diffondersi nel cinema francese negli anni Trenta. Un ritmo meno frenetico e fluviale rispetto a opere successive (La glace à trois faces, 1927; La caduta della casa Usher, 1928), atto a rendere l'aura di tragicità che permea la vicenda, si unisce a una serrata analisi di psicologie e sentimenti (il disagio di Marie e l'amore di Jean, tratteggiati con sintesi e delicatezza estreme) e all'abituale (nonché magistrale) sperimentalismo stilistico, marchio di fabbrica dell'autore: montaggio serrato e funzionale (in cui domina il gusto per i dettagli, in particolar modo per le mani, metafora di repressioni e compulsioni), sovrimpressioni da antologia (memorabile la sequenza in cui Jean rimpiange il suo amore perduto, identificandolo con il paesaggio marino), soggettive che veicolano le mutevoli emozioni di un'umanità ai margini. Esempio calzante di una riflessione estetica sulla settima arte, il film diventa simbolo stesso della ricerca epsteniana sulla fotogenia, grazie a primissimi piani amplificati e deformati che rendono la finzione più reale del reale. Un climax tensivo da manuale (lo scontro tra Jean e Petit Paul, detonatore di rancori inespressi) e una conclusione solo apparentemente consolatoria («L'amore fa scordare tutto», didascalia smentita dalle espressioni affrante dei protagonisti) rendono Cuore fedele un'opera di sconcertante modernità. Scritto da Epstein con la sorella Marie, che interpreta la storpia.
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