In un grande albergo si muovono personaggi di vario tipo. Due detective (Claude Brasseur e Nathalie Baye), indagando su un omicidio, incontrano un organizzatore di boxe (Johnny Halliday) fortemente indebitato con la mafia. Tra quest'ultimo è l'investigatrice scatterà l'amore. Autocompiaciuto omaggio al noir classico firmato da un Jean-Luc Godard ben poco interessato alla questione, Détective è un lungometraggio su commissione, diretto dal regista (che non ha firmato il soggetto, lasciandolo soltanto al produttore Alain Sarde) soltanto per poter realizzare Je vous salue, Marie, uscito lo stesso anno. Macchinoso nello sviluppo narrativo, Détective si affida con scarsa creatività a una continua serie di citazioni che arrivano, in particolare, dalla letteratura. Un paio di battute rimangono impresse, e il cast è stato scelto con cura, ma complessivamente rimane un progetto sterile e stanco, decisamente distante dallo spirito acceso e anarchico che ha contraddistinto molte opere dell'autore (comprese quelle discutibili degli anni Ottanta). Il regista l'ha dedicato a John Cassavetes, Clint Eastwood e Edgar G. Ulmer.