Immigrati a New York e arruolatisi per sbaglio in polizia, gli agenti siciliani Franco (Franco Franchi) e Ciccio (Ciccio Ingrassia) vengono infiltrati nella banda del boss di Chicago Al Capone (José Calvo) per volere del commissario (Luigi Pavese) che vorrebbe liberarsi dei due. Franco e Ciccio dovranno fronteggiare non solo pericolosi gangster ma anche il dispotico Don Calogero (Gino Buzzanca) che impone ai due di sposare le sue figlie. Il modello di riferimento, rivisitato ovviamente in chiave ironica, è il gangster movie americano, ma la New York e la Chicago del film sono visibilmente posticce, ricostruite in studio con capitali spagnoli. Un senso di artificiosità che grava sull'intero risultato finale, ben al di sotto delle aspettative, povero di idee quasi tutte derivative riproposte con meccanica e tediosa ripetitività. Confezione anonima per un prodotto con rari momenti di vitalità, esauriti quasi subito nei siparietti con il capo della polizia interpretato dal grande caratterista Luigi Pavese. Ma quello che segue dopo è uno stanco susseguirsi di gag risapute, che al massimo strappano un sorriso di stima ma poco altro e non lasciano il segno. Dimenticabile l'Al Capone di José Calvo, mentre il Don Calogero di Gino Buzzanca è una stanca riproposizione di una macchietta con ben poco da dire. Uno dei film più insulsi e macchinosi (per via di una trama inutilmente complicata) della coppia. Particina per Moira Orfei nei panni dell'illibata Rosalia, promessa sposa di Ciccio. Ultimo capitolo della saga “mafiosa” del duo, preceduto da I due mafiosi (1964), Due mafiosi nel Far West (1964) e Due mafiosi contro Goldginger (1965).