Colpito da una potente scarica elettrica quando era ragazzino, Dragon Eye Morrison (Tadanobu Asano) deve liberare con una chitarra elettrica la tensione che periodicamente si accumula nel suo corpo. Thunderbolt Buddha (Masatoshi Nagase) condivide con lui un simile potere ma la sua indole è molto meno pacifica. Lo scontro fra i due sarà inevitabile. A vent'anni di distanza dai cult underground Crazy Thunder Road (1980) e Burst City (1982), seminali apripista per una generazione di giovani cineasti (a partire da Shin'ya Tsukamoto, Takashi Miike e Shozin Fukui), e dopo un radicale cambio di rotta nel corso degli anni novanta, Sogo Ishii torna alle origini con un mediometraggio cyberpunk di forte sperimentazione sonora. Mentre il raffinato bianco e nero è del consueto Norimichi Kasamatsu, il complesso tappeto di stridori, dissonanze e distorsioni elettriche è allestito dalla band noise-punk MACH-1.67 (di cui gli stessi Sogo Ishii e Tadanobu Asano fanno parte). Grande cura tecnico-formale per un soggetto però appena abbozzato che ricalca nella struttura il Tetsuo (1989) di Tsukamoto ma che di quello non conserva né la genuina carica anarchica, né la rispondenza a un definito contesto socio-ambientale. Svuotato dei temi più caratteristici del genere – in primis la sessualità aberrante e ossessiva – il film perde presto consistenza e, pur se ricco di stimoli e suggestioni sensoriali, resta poco più di un elegante esercizio di stile.