Trovatesi casualmente nel bel mezzo di una rapina in gioielleria, quattro donne (Shinobu Ōtake, Kimiko Yo, Yui Natsukawa, Yumi Nishiyama) riescono a capovolgere la situazione e a fuggire con il bottino, ignorando però che la donna presa come ostaggio (Mai Kitajima) è una complice dei rapinatori. Ben presto la yakuza si metterà sulle loro tracce e il destino delle cinque donne si intreccerà con quello di un misterioso uomo armato di spada (Ken Ogata), in cerca di una sanguinosa vendetta personale. A un anno di distanza dal cult Gonin (1995), Takashi Ishii riprende il collaudato binomio rapina e vendetta rielaborandolo in chiave femminile. Questa volta, però, la narrazione stilizzata non serve da base per gli inserimenti onirici e le derive surreali come nel primo capitolo ma, in senso opposto, è adottata per mantenere una maggiore aderenza agli stilemi del genere. Se però lo svolgimento ne guadagna in compattezza, l'intensità ne risente sensibilmente, complice anche uno scavo psicologico stavolta appena abbozzato. Permeato da un'efficace vena nostalgico-romantica, seppur inferiore al primo capitolo, resta un buon esempio di action-noir (ascrivibile in particolare al sottogenere girls with guns) che all'abituale amicizia virile sostituisce la più originale complicità femminile e che, pur con alcune prolissità, mantiene un buon ritmo per tutta la sua durata.