Still Walking
Aruitemo aruitemo
2008
Paese
Giappone
Genere
Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Hirokazu Kore-Eda
Attori
Hiroshi Abe
Yui Natsukawa
You
Kazuya Takahashi
Yoshio Harada
Ogni anno, da ormai quindici anni, Ryota (Hiroshi Abe) e Chinami (You) si riuniscono a casa degli anziani genitori (Yoshio Harada e Kirin Kiki) per commemorare la morte del loro fratello primogenito Junpei, scomparso nel tentativo di salvare un bambino dall'annegamento. Mentre Chinami è da tempo sposata e madre di due figli, per Ryota questa è l'occasione per presentare ai genitori la sua nuova moglie (Yui Natsukawa), una vedova con un figlioletto a carico. La giornata trascorre scandita dal pranzo e dalla cena, fra problemi vecchi e nuovi e piccoli momenti di serenità.
Dopo aver compiuto una breve incursione nel jidaigeki (film di ambientazione storica) con il poco apprezzato Hana (2006), Hirokazu Kore-Eda torna al gendaigeki (film di ambientazione contemporanea) dirigendo una toccante pellicola a tematica familiare. Costruito attorno a un intimo confronto domestico tra figli cresciuti e genitori anziani, il film ricalca il modello sviluppato e consolidato per oltre un trentennio da Yasujirō Ozu, pur discostandosene in parte per la presenza di aspri elementi di conflitto e di una tensione generale estranei all'opera del regista di Tarda primavera (1949) e Viaggio a Tokyo (1953): privi della rassegnata accettazione tipica dei personaggi ozuiani, i protagonisti del film di Kore-Eda convivono in maniera non riconciliata con i propri rimpianti e risentimenti. Se l'asse lungo cui si sviluppa la pellicola è quello del rapporto conflittuale fra il secondogenito Kyota e l'anziano padre Kyohei, il centro profondo della riflessione di Kore-Eda è senz'altro occupato dalla prematura morte del primogenito Junpei, un ingombrante lutto mai completamente elaborato che a distanza di quindici anni continua a proiettare la propria ombra sui membri della famiglia Yokoyama. Strutturando il racconto nell'arco di una sola giornata, privilegiando le situazioni più semplici e ordinarie e tenendosi lontano da qualsiasi enfasi melodrammatica, Kore-Eda porta lo spettatore a scoprire la poesia nei piccoli dettagli del quotidiano: la sua è una fotografia di vita familiare intima e autentica, scattata con pudica compostezza e con un fine sguardo umanista fra i più preziosi del suo tempo. Emozionante e imprescindibile per gli amanti del cinema del regista nipponico.
Dopo aver compiuto una breve incursione nel jidaigeki (film di ambientazione storica) con il poco apprezzato Hana (2006), Hirokazu Kore-Eda torna al gendaigeki (film di ambientazione contemporanea) dirigendo una toccante pellicola a tematica familiare. Costruito attorno a un intimo confronto domestico tra figli cresciuti e genitori anziani, il film ricalca il modello sviluppato e consolidato per oltre un trentennio da Yasujirō Ozu, pur discostandosene in parte per la presenza di aspri elementi di conflitto e di una tensione generale estranei all'opera del regista di Tarda primavera (1949) e Viaggio a Tokyo (1953): privi della rassegnata accettazione tipica dei personaggi ozuiani, i protagonisti del film di Kore-Eda convivono in maniera non riconciliata con i propri rimpianti e risentimenti. Se l'asse lungo cui si sviluppa la pellicola è quello del rapporto conflittuale fra il secondogenito Kyota e l'anziano padre Kyohei, il centro profondo della riflessione di Kore-Eda è senz'altro occupato dalla prematura morte del primogenito Junpei, un ingombrante lutto mai completamente elaborato che a distanza di quindici anni continua a proiettare la propria ombra sui membri della famiglia Yokoyama. Strutturando il racconto nell'arco di una sola giornata, privilegiando le situazioni più semplici e ordinarie e tenendosi lontano da qualsiasi enfasi melodrammatica, Kore-Eda porta lo spettatore a scoprire la poesia nei piccoli dettagli del quotidiano: la sua è una fotografia di vita familiare intima e autentica, scattata con pudica compostezza e con un fine sguardo umanista fra i più preziosi del suo tempo. Emozionante e imprescindibile per gli amanti del cinema del regista nipponico.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare