Michael Myers (George P. Wilbur) si risveglia da uno stato comatoso durato dieci anni per tornare alla natìa Haddonfield. Dietro di lui, una scia di sangue; il suo obiettivo, uccidere la nipote Jamie (Danielle Harris). Il dottor Loomis (Donald Pleasence) tenterà ancora una volta di fermarlo. A partire dall'altisonante sottotitolo, Halloween 4 – Il ritorno di Michael Myers tradisce tutte le intenzioni della produzione, ovvero recuperare (con uno sguardo agli incassi) i precedenti fasti del film Halloween – La notte delle streghe (1978) di John Carpenter. All'atto pratico, il tutto si riduce a un plagio delle atmosfere notturne del capostipite, unite a una sceneggiatura a dir poco pretestuosa. L'iconico Myers si limita a dare sfogo all'abituale mattanza: il risultato è una telenovela in punta di coltello, con l'aggravante di un citazionismo spudorato e maldestro. Un film claudicante come il personaggio del dottor Loomis, interpretato da uno svogliato Donald Pleasance, che assiste alla furia incontenibile del mascherato antagonista con un misto di combattività e fantozziana rassegnazione.