Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato Re del lussureggiante regno di Zamunda. Il padre, in punto di morte, gli rivela di avere un figlio illegittimo, Lavelle (Jermaine Fowler), nato e cresciuto nel Queens. Avendo tre figlie femmine, il Re Akeem torna a New York per portare il primogenito maschio a palazzo per garantire la successione del trono di Zamunda.

Craig Brewer dirige il sequel del celebre cult Il principe cerca moglie, ben 33 anni dopo l’uscita della commedia che consacrò il talento da one man show del giovane Eddie Murphy. Anche ne Il principe cerca figlio, l'attore non rinuncia al marchio di fabbrica che lo ha contraddistinto, interpretando diversi personaggi allo stesso tempo, ma ribaltando il meccanismo alla base del primo film: non si affrontano più le vicende di un nobile immerso nel contesto popolare di New York, bensì quelle di Lavelle, un normale ragazzo di città, calato in una realtà aristocratica, dove dovrà sottostare a rigide tradizioni per diventare principe. Ispirato dalla tecnologia del deaging, Murphy lo utilizza come pretesto per ringiovanirsi, mettendo in scena il concepimento del figlio, sotto effetto di marijuana, con una donna conosciuta in un bar durante il suo soggiorno nella Grande Mela. Purtroppo, la commedia risulta una debole prova di autocompiacimento priva di sketch comici brillanti a cui ci aveva abituato l’attore afroamericano che qui cade in un banale approccio alla parte, anche a causa di una storia con spunti di riflessione, sulla parità di genere e sull’amore, troppo scontati e ripetitivi. I caratteri dei personaggi sono fiacchi e poco delineati, ma soprattutto le relazioni che intercorrono tra di loro sembrano nascere dal nulla, conferendo l’amara sensazione di un film prevedibilissimo e di cui non sentivamo il bisogno.