Ouija – L’origine del male
Ouija: Origin of Evil
2016
Paese
Usa
Genere
Horror
Durata
94 min.
Formato
Colore
Regista
Mike Flanagan
Attori
Elizabeth Reaser
Doug Jones
Henry Thomas
Lin Shaye
Annalise Basso
Lulu Wilson
Alice (Elizabeth Reaser) è una giovane vedova che per sopravvivere fa la medium, anche se non ha nessun potere e viene aiutata dalle figlie Lina (Annalise Basso) e Doris (Lulu Wilson) a mettere in pratica dei trucchi per illudere i suoi clienti di essere in contatto con l’aldilà. Quando una tavola Ouija entra in casa, la vita della famiglia verrà distrutta.
Prequel dell'indifendibile Ouija (2014) di Stiles White, il film di Mike Flanagan è un horror dal gusto vintage, decisamente superiore al film precedente, ambientato negli anni Settanta e basato sul classico concept della bambina posseduta da un’entità demoniaca. Alcuni elementi sono interessanti e riescono a creare un’atmosfera autenticamente tensiva, grazie soprattutto alla buona interpretazione della piccola protagonista: la prima parte funziona anche per il contrasto netto tra un inizio spensierato, in cui il rapporto tra madre e figlie è giocoso e il soprannaturale non è contemplato, e l’insorgere di episodi inquietanti. Meno efficace è la seconda, con il proliferare di effetti speciali non sempre di qualità e il sopravvento di elementi demoniaci che sanno troppo di già visto, anche se qualche intuizione (la vicenda delle labbra cucite, recuperata dal primo capitolo) si fa notare. Nel complesso, un horror con la giusta dose di spaventi, non indimenticabile ma nemmeno pessimo in un panorama contemporaneo spesso desolante.
Prequel dell'indifendibile Ouija (2014) di Stiles White, il film di Mike Flanagan è un horror dal gusto vintage, decisamente superiore al film precedente, ambientato negli anni Settanta e basato sul classico concept della bambina posseduta da un’entità demoniaca. Alcuni elementi sono interessanti e riescono a creare un’atmosfera autenticamente tensiva, grazie soprattutto alla buona interpretazione della piccola protagonista: la prima parte funziona anche per il contrasto netto tra un inizio spensierato, in cui il rapporto tra madre e figlie è giocoso e il soprannaturale non è contemplato, e l’insorgere di episodi inquietanti. Meno efficace è la seconda, con il proliferare di effetti speciali non sempre di qualità e il sopravvento di elementi demoniaci che sanno troppo di già visto, anche se qualche intuizione (la vicenda delle labbra cucite, recuperata dal primo capitolo) si fa notare. Nel complesso, un horror con la giusta dose di spaventi, non indimenticabile ma nemmeno pessimo in un panorama contemporaneo spesso desolante.
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