Jack (Robin Williams) nasce dopo solo due mesi di gestazione e presenta una rarissima disfunzione genetica: invecchia quattro volte più velocemente del normale, cosa che riduce di molto la sua aspettativa di vita. A dieci anni Jack ha l'aspetto di un quarantenne e vive isolato dal mondo finché i genitori decidono di mandarlo per la prima volta a scuola. Dopo delle iniziali difficoltà, Jack finirà per integrarsi e trovare nuovi amici.

A quattro anni di distanza dal delirio barocco di Dracula di Bram Stoker (1992), Francis Ford Coppola torna dietro la macchina da presa con un'opera su commissione (sceneggiatura di James DeMonaco e Gary Nadeau) e delude tutti, dando vita a una delle sue peggiori prestazioni cinematografiche di sempre. Nonostante la meditazione sul “tempo” della vita e sulla sua brevità potrebbe ricordare le tematiche del precedente Peggy Sue si è sposata (1986), il film risulta piuttosto un prodotto concepito per intercettare la moda del tempo di collocare un personaggio adulto nel mondo dei bambini, o il contrario, alternando ironia e lacrimuccia in modo patetico e ricattatorio. La mano di Coppola non si sente, essendo la regia del film concepita solo come un servizio all'insopportabile istrionismo infantile di Robin Williams che qui pare senza freni e del tutto controproducente. Ridondante, inutilmente sopra le righe e svogliato: da dimenticare.