Il viaggio
The Journey
2016
Paese
Gran Bretagna
Genere
Drammatico
Durata
94 min.
Formato
Colore
Regista
Nick Hamm
Attori
Timothy Spall
Colm Meaney
Freddie Highmore
Toby Stephens
Catherine McCormack
John Hurt
Il leader del Partito democratico unionista Paisley (Timothy Spall) e il politico del Sinn Fein Martin McGuinness (Colm Meaney), costretti a fare un viaggio insieme pur essendo nemici giurati, abdicarono per un attimo alle controversie che li avevano indotti ad odiarsi in passato per siglare un’amicizia insolita e spiazzante, che li fece passare alla storia con il nome di “Chuckle Brothers”.
Una storia curiosa e perfino straordinaria, quella portata sul grande schermo dal regista nordirlandese Nick Hamm, un vero e proprio road movie da camera che narra di un grande compromesso con i toni ironici e brillanti di una ricostruzione storica fantasiosa ma efficace. Il film di Hamm mette volutamente fuori campo la sanguinosa e truculenta storia dell’Irlanda del Nord, per vedere l’Ulster e i suoi conflitti interni da un'altra prospettiva più solare e dialettica. Lo fa non certo per costruire una forzosa retorica gioiosa e positiva intorno al proprio paese, ma per far vivere sullo schermo, attraverso la fisicità e la grande verve attoriale di Spall e Meaney, un esempio vivo e pulsante di magistero diplomatico e di arte della mediazione. Onesto ma non eccelso cinema di parola improntato ai sani principi del miglior cinema giornalistico, quella di Hamm è un’opera dal buon ritmo ma con dalla sua anche diverse cadute di tono e d’interesse, a causa soprattutto di una concatenazione di dialoghi godibile anche se non sempre equilibrata e perfettamente rifinita. Un’operazione accattivante ma incapace di scendere troppo in profondità, gradevole e avvolgente ma diseguale e sostenuta quasi unicamente da due interpreti dalle spalle larghe.
Una storia curiosa e perfino straordinaria, quella portata sul grande schermo dal regista nordirlandese Nick Hamm, un vero e proprio road movie da camera che narra di un grande compromesso con i toni ironici e brillanti di una ricostruzione storica fantasiosa ma efficace. Il film di Hamm mette volutamente fuori campo la sanguinosa e truculenta storia dell’Irlanda del Nord, per vedere l’Ulster e i suoi conflitti interni da un'altra prospettiva più solare e dialettica. Lo fa non certo per costruire una forzosa retorica gioiosa e positiva intorno al proprio paese, ma per far vivere sullo schermo, attraverso la fisicità e la grande verve attoriale di Spall e Meaney, un esempio vivo e pulsante di magistero diplomatico e di arte della mediazione. Onesto ma non eccelso cinema di parola improntato ai sani principi del miglior cinema giornalistico, quella di Hamm è un’opera dal buon ritmo ma con dalla sua anche diverse cadute di tono e d’interesse, a causa soprattutto di una concatenazione di dialoghi godibile anche se non sempre equilibrata e perfettamente rifinita. Un’operazione accattivante ma incapace di scendere troppo in profondità, gradevole e avvolgente ma diseguale e sostenuta quasi unicamente da due interpreti dalle spalle larghe.
Iscriviti
o
Accedi
per commentare