La notte del 12
La nuit du 12
2022
Paesi
Francia, Belgio
Generi
Thriller, Giallo, Drammatico
Durata
115 min.
Formato
Colore
Regista
Dominik Moll
Attori
Bastien Bouillon
Bouli Lanners
Mouna Soualem
Pauline Serieys
Théo Cholbi
Si dice che ogni investigatore abbia un crimine che lo ossessiona. Per Yohan (Bastien Bouillon) è l'omicidio di Clara, una ragazza che è stata bruciata viva durante una notte come tante.
Ce lo dice fin dall’inizio una didascalia: il film a cui stiamo per assistere racconta una delle tante vicende di omicidi irrisolti presenti in Francia. Nonostante la dichiarazione d’intenti, La notte del 12 è un film capace di creare un’empatia fortissima con la vicenda, facendoci costantemente sperare che la nuova persona indagata o interrogata possa essere l’assassino, così da fare giustizia su un crimine efferato e inaccettabile. Dopo Only the Animals (2019), il regista tedesco naturalizzato francese Dominik Moll si conferma un bravo indagatore della psiche umana, dando vita a un lungometraggio cupo e ricco di interessanti simbolismi, a partire da quel velodromo che sembra una metafora del girare costantemente a vuoto della polizia attorno a quel caso. All’interno di una messinscena essenziale e minimale, stonano un po’ alcuni passaggi eccessivi e sopra le righe (ad esempio la sovrimpressione notturna tra il volto insonne del protagonista e quelli di altri personaggi), così come non manca qualche momento ridondante, ma nel complesso questo è un lungometraggio incisivo e persino sorprendente, dotato di un bellissimo finale che mostra un’insperata e luminosa speranza all’interno di una storia e di un personaggio che sembravano averli dimenticati. Presentato al Festival di Cannes.
Ce lo dice fin dall’inizio una didascalia: il film a cui stiamo per assistere racconta una delle tante vicende di omicidi irrisolti presenti in Francia. Nonostante la dichiarazione d’intenti, La notte del 12 è un film capace di creare un’empatia fortissima con la vicenda, facendoci costantemente sperare che la nuova persona indagata o interrogata possa essere l’assassino, così da fare giustizia su un crimine efferato e inaccettabile. Dopo Only the Animals (2019), il regista tedesco naturalizzato francese Dominik Moll si conferma un bravo indagatore della psiche umana, dando vita a un lungometraggio cupo e ricco di interessanti simbolismi, a partire da quel velodromo che sembra una metafora del girare costantemente a vuoto della polizia attorno a quel caso. All’interno di una messinscena essenziale e minimale, stonano un po’ alcuni passaggi eccessivi e sopra le righe (ad esempio la sovrimpressione notturna tra il volto insonne del protagonista e quelli di altri personaggi), così come non manca qualche momento ridondante, ma nel complesso questo è un lungometraggio incisivo e persino sorprendente, dotato di un bellissimo finale che mostra un’insperata e luminosa speranza all’interno di una storia e di un personaggio che sembravano averli dimenticati. Presentato al Festival di Cannes.
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