L'estate arida
Susuz Yaz
1963
Paese
Turchia
Genere
Drammatico
Durata
90 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Metin Erksan
Attori
Erol Taş
Hülya Koçyiğit
Ulvi Doğan
Bahar (Hülya Koçyiğit) e Hasan (Ulvi Doğan) si amano e decidono di sposarsi. Osman (Erol Taş), il fratello di lui, è un coltivatore di tabacco che vuole privatizzare una sorgente che scorre nella sua proprietà, a spese del resto villaggio. È inoltre invaghito della cognata e non esiterà a usare ogni mezzo per prendere il controllo dell’acqua e della donna.

Il racconto realista si mescola al melodramma con grande armonia in questo film che, grazie anche alla vittoria dell’Orso d’oro a Berlino, riuscì a far puntare i riflettori sul cinema turco, fino a quel momento recepito in sordina dal pubblico internazionale. Con una regia elegante e inventiva e un bianco e nero splendido, ci viene raccontata una storia sordida, dove per convenienza un uomo è disposto a far incarcerare il fratello e a rubargli la moglie, oltre che a destinare alla siccità la sua intera comunità. Con questa espressione di interesse personale sopra ogni cosa si mostra una società rurale che non è meno avida e capitalistica rispetto alla quotidianità urbana, tutt’altro, e l’idillio campagnolo con tanto di siparietti comici tra i fratelli apparentemente in buoni rapporti ha vita breve. Tra la sincera e amorevole sensualità di Hasan e Bahar e la sua grottesca imitazione da parte di Osman (si veda la scena con la vacca nel goffo e ributtante tentativo di attirare le attenzioni della donna) la pellicola è anche una storia di rivalsa di due cuori ingenui e puri che miracolosamente riescono ad avere ancora la meglio contro chi li combatte: “il sangue della terra”, l’acqua, scorre portandosi via chi tentava di controllarlo in un finale fortemente simbolico. Intenso e giustamente di culto in patria: da riscoprire.
Maximal Interjector
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