Giovinezza di Johnny Cassidy (Rod Taylor), scrittore e drammaturgo irlandese conosciuto come Sean O'Casey. Proletario di umile famiglia, attivo sostenitore dell'indipendenza irlandese, lascia presto le armi e impugna la penna per scrivere opere teatrali, che però in patria non saranno molto gradite. Tratto dall'autobiografia Mirror in My House dello stesso O'Casey, poteva sembrare una perfetta pellicola senile per John Ford, che dell'autore dublinese adattò già L'aratro e le stelle nel 1936. Ma il regista dovette lasciare la lavorazione dopo sole due settimane a causa della malattia e fu rimpiazzato da Jack Cardiff, regista incolore che ha portato a termine un prodotto dozzinale nonostante le pretese da affresco storico. Non è difficile riconoscere le sequenze dirette da Ford (ufficialmente non accreditato), decisamente troppo poche per tenere alto il livello di un film prolisso e girato male, cui non bastano neppure l'ironia di un convincente Rod Taylor, la presenza di un cast interessante (con Michael Redgrave nei panni di William Butler Yeats) e le belle musiche irish di Sean O'Riada. Il vero O'Casey, che approvò lo script, morì poco prima del termine delle riprese.