1814, Edo. O-Ei, figlia del celebre pittore Hokusai, è una donna dallo spirito libero e dal grande talento artistico, capace di vivere con intensità un periodo segnato da grandi cambiamenti. Ispirandosi al manga di Hinako Sugiura, Keiichi Hara affronta la storia mai raccontata della figlia del grande pittore Hokusai: il regista giapponese, però, non si limita a dirigere un biopic convenzionale, ma una pellicola capace di mescolare diversi generi, passando per il melò e scegliendo tocchi a volte ironici e altre volte piuttosto cupi. Attraverso un apparato visivo che non si risparmia in sequenze gotiche e visionarie, Hara firma un lungometraggio (a tratti) audace, che alterna momenti piuttosto piatti ad altri decisamente coraggiosi ed esteticamente potenti. Molte immagini, non a caso, sembrano dei dipinti in movimento e l’indole artistica del personaggio principale – una ragazza indipendente e moderna, in anticipo sui tempi – è ben trasmessa allo spettatore. Niente di realmente nuovo, ma il risultato sa essere toccante e poetico al punto giusto. Scelto come titolo d’apertura del Future Film Festival 2016.