Corringa (Jane Birkin) viene espulsa dal collegio dove studia e ospitata dalla zia Lady Mary (Françoise Christophe) nel castello di Dragston, sul quale grava una maledizione: chiunque venga ucciso da un membro della stessa famiglia diverrà un vampiro. Uno dei risultati più deboli nella filmografia di Antonio Margheriti, meglio noto all'estero come Anthony Dawson, La morte negli occhi del gatto soffre un po' di una sceneggiatura scialba e ridondante, che si limita a mettere in scena una serie di delitti nell'ambientazione, affascinante ma risaputa, del castello gotico scozzese. Nonostante la partecipazione di un cast di livello (oltre agli “scandalosi” Jane Birkin e Serge Gainsbourg, anche Hiram Keller), in generale un po' spaesato, e della colonna sonora di Riz Ortolani, la pellicola non decolla mai, lesinando anche sui guizzi grazie ai quali il regista si è spesso dimostrato capace di superare i limiti imposti dal budget e puntando tutto su un blando erotismo. Margheriti è stato in questi decenni straordinariamente prolifico, cosa che può forse spiegare l'altalenanza dei suoi risultati.