La nave dolce
2012
Paesi
Italia, Albania
Genere
Documentario
Durata
90 min.
Formato
Colore
Regista
Daniele Vicari
L'8 Agosto del 1991 arriva al porto di Bari la Vlora, una nave carica di ventimila persone giunte dall'Albania: Vicari prova a raccontare la genesi del suo viaggio e le storie delle persone che vi erano a bordo.
Contemporaneamente alla travagliatissima produzione di Diaz – Don't Clean Up This Blood (2012), Daniele Vicari lavora a questo ambizioso documentario, anch'esso strettamente legato alla storia italiana recente. L'autore, dimostrandosi completamente a suo agio dietro la macchina da presa, mescola materiali d'archivio a interviste, per dar vita a un lungo racconto capace di ricostruire il prima, il durante e soprattutto il dopo dello sbarco della Vlora. Vicari schiva intelligentemente la retorica e si avvale di un occhio neutrale e oggettivo sulle questioni politiche più spinose che vengono (inevitabilmente) sollevate. Inoltre, l'uso sapiente di una colonna sonora grintosa e di un montaggio serrato restituiscono un'estetica accattivante e capace di ipnotizzare anche lo spettatore meno sensibile alla questione. Un fatto epocale, perché sancì l'apertura della stagione dell'immigrazione di massa, che serve a Vicari per far riscoprire un'umanità troppo spesso dimenticata o sepolta sotto la coltre della frenesia quotidiana. Non ci sono vincitori o vinti, lupi o prede (come dimostra l'agghiacciante episodio dello stadio), ma solo esseri umani in cerca di un futuro. La nave dolce venne presentato come evento speciale fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2012, dove si aggiudicò il Premio Pasinetti.
Contemporaneamente alla travagliatissima produzione di Diaz – Don't Clean Up This Blood (2012), Daniele Vicari lavora a questo ambizioso documentario, anch'esso strettamente legato alla storia italiana recente. L'autore, dimostrandosi completamente a suo agio dietro la macchina da presa, mescola materiali d'archivio a interviste, per dar vita a un lungo racconto capace di ricostruire il prima, il durante e soprattutto il dopo dello sbarco della Vlora. Vicari schiva intelligentemente la retorica e si avvale di un occhio neutrale e oggettivo sulle questioni politiche più spinose che vengono (inevitabilmente) sollevate. Inoltre, l'uso sapiente di una colonna sonora grintosa e di un montaggio serrato restituiscono un'estetica accattivante e capace di ipnotizzare anche lo spettatore meno sensibile alla questione. Un fatto epocale, perché sancì l'apertura della stagione dell'immigrazione di massa, che serve a Vicari per far riscoprire un'umanità troppo spesso dimenticata o sepolta sotto la coltre della frenesia quotidiana. Non ci sono vincitori o vinti, lupi o prede (come dimostra l'agghiacciante episodio dello stadio), ma solo esseri umani in cerca di un futuro. La nave dolce venne presentato come evento speciale fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2012, dove si aggiudicò il Premio Pasinetti.
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