A causa di un parto domestico dal tragico epilogo, il rapporto tra Martha (Vanessa Kirby) e Sean (Shia LaBeouf) va via via deteriorandosi facendo emergere profonde ferite ancorate nel passato dei giovani e non del tutto risolte. La famiglia di lei preme per fare causa all'ostetrica presente durante il travaglio, ma la giustizia legale non sarà sufficiente per ritrovare la serenità.

A tre anni di distanza dal suo lavoro precedente, Kornél Mundruczò torna dietro la macchina da presa, questa volta su suolo statunitense, per raccontare in maniera romanzata il più grave dolore della sua vita. Il film infatti è scritto insieme alla moglie con cui l'autore ha dovuto affrontare una crisi di simile portata. Pieces of a Woman è un dramma familiare intenso e asfissiante, giocato interamente sulle interpretazioni degli attori che per questo vengono pedinati e scrutati dalla macchina da presa senza sosta. Una delle scene iniziali, un piano-sequenza di circa venti minuti, lascia ben sperare per assistere a un progetto compatto ed emotivamente scioccante che vuole alternare gioia e dolore senza soluzione di continuità. Peccato che il resto dell'opera non sia altrettanto incisiva: il regista preferisce infatti rifugiarsi in un facile simbolismo che alla lunga rischia di rendere il tutto stucchevole e pedante (i ponti, i semini e le mele in primis). Pieces of a Woman abbraccia tanti, forse troppi temi senza mai individuare una linea compatta a cui tendere e risultando così più disordinato e confuso del previsto. Nel complesso un film che raccoglie molto meno di quanto promette. Buona prova di Vanessa Kirby, che ha ottenuto la Coppa Volpi per la miglior attrice alla Mostra del Cinema di Venezia.