Quando volano le cicogne
Letyat zhuravli
1957
Paese
Urss
Generi
Drammatico, Sentimentale
Durata
97 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Mikhail Kalatozov
Attori
Tatyana Samoylova
Aleksey Batalov
Vasiliy Merkurev
Aleksandr Shvorin
Svetlana Kharitonova
Konstantin Kadochnikov
Valentin Zubkov
Veronika (Tatyana Samoylova) e Boris (Aleksey Batolov) si amano: a rovinare i loro piani, l'entrata della Russia nella Seconda guerra mondiale. L'uomo parte volontario e per Veronika l'aspettare con speranza il suo ritorno diventa sempre più un'amara illusione, anche per colpa del cugino di Boris, Mark (Aleksandr Shvorin), che, violentandola, la costringe a un matrimonio riparatore. Film importante soprattutto perché tappa fondamentale nello sviluppo del cinema sovietico, avviando il periodo del cosiddetto “cinema del disgelo”: c'è il rinnovamento a livello tematico, con una rappresentazione più problematica della condizione del popolo e in particolare delle donne e con un approccio sì patriottico, ma più sfaccettato. Soprattutto, però, la rivoluzione è a livello linguistico: il regista vuole sfuggire ai canoni del realismo e quasi in ogni inquadratura cerca una soluzione particolare, che sia il lavoro sulle luci e sui chiaroscuri, l'angolazione della macchina da presa, la dissolvenza su immagini oniriche o il lavoro sulle scenografie. Ne esce così un'opera estremamente barocca, che pesca in tradizioni e correnti soprattutto passate (il realismo magico francese, così come l'espressionismo tedesco). Il risultato è affascinante, quasi rabbioso nel suo continuo virtuosismo, anche se con la parte narrativa che ha retto peggio “l'invecchiamento” rispetto a quella visiva. Più di un momento straordinario e una grande capacità, espressa già nelle primissima sequenza, di passare dalla gioia ed euforia alla cupezza e al dramma. Palma d'oro al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
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