The Rocky Horror Picture Show
The Rocky Horror Picture Show
1975
Paesi
Usa, Gran Bretagna
Generi
Musical, Horror, Erotico
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Jim Sharman
Attori
Tim Curry
Susan Sarandon
Barry Bostwick
Richard O'Brien
Patricia Quinn
Nell Campbell
Meat Loaf
Peter Hinwood
Charles Gray
Jonathan Adams
Brad Majors (Barry Bostwick) e la sua fidanzata Janet Weiss (Susan Sarandon), una coppia timida e pudica, si ritrovano impantanati con l'auto in una notte tempestosa. Chiederanno asilo al castello del Dott. Frank-N-Furter (Tim Curry), un curioso scienziato en travesti che non vede l'ora di mostrare loro la sua nuova creazione.

Tratto dal celebre musical di Richard O'Brien del 1973, The Rocky Horror Picture Show è uno degli esempi più importanti di film a basso budget diventato un assoluto fenomeno di culto, che ancora oggi riempie sale in tutto il mondo di fanatici in costume pronti a rivedere per la centesima volta le avventure sexy di Frank-N-Furter. Jim Sharman, anche regista dell'originale teatrale, dà vita a uno dei musical più sensuali e irriverenti di sempre, con una galleria di personaggi bizzarri e inquietanti destinati a rimanere scolpiti nell'immaginario collettivo. Grido di giubilo sessuale e invito a vivere gioiosamente e liberamente l'amore come collante universale, il Rocky Horror unisce una colonna sonora strepitosa, e magnificamente interpretata (tra gli altri, spicca l'argentina voce di una giovanissima Susan Sarandon) a momenti esilaranti e coreografie scatenate. Delizioso pastiche postmoderno, non ha paura di mettere nello stesso calderone American Gothic (dipinto di Grant Wood) e King Kong, la morte del rock'n'roll anni Cinquanta (simboleggiata da Eddie, nel film con il fisico e l'energia strabordanti di Meat Loaf), il mito di Frankenstein e il divismo anni Venti, il superomismo nietzschiano e l'immaginario horror più classico, l'omaggio al cinema di serie-b da drive-in e l'apologo della sci-fi più pura. Poco importa se l'insieme appare a tratti confusionario e scalcagnato: la galleria degli abitanti del pianeta Bisesso (traduzione italiana discutibile dell'originale “Transylvania”) è destinata a cambiare la storia per sempre. Facile riconoscerne il ruolo di detonatore liberatorio per una sessualità in cerca di identità e definizione dopo la rivoluzione di inizio decennio, più difficile riconoscere la sottile e dolente riflessione sulla solitudine mascherata da esuberanza di Frank, costretto a costruirsi in laboratorio un compagno perché incapace di amare le persone reali. Impossibile non citare, tra i momenti eterni, la sequenza del Time Warp e l'ingresso di Frank-N-Furter sui suoi altissimi tacchi, accompagnato dalle note di Sweet Transvestite. I riferimenti alla storia del cinema non si contano e il finale-tributo alla vecchia Hollywood è commovente e memorabile. Il ruolo della vita per un perfetto Tim Curry, un insostituibile Frank nella memoria collettiva. Richard O'Brien, il creatore dell'opera, è il grottesco maggiordomo Riff-Raff che interpreta una struggente Over at the Frankenstein Place. Con un seguito, malriuscito e dimenticato: Shock Treatment! del 1981 diretto dallo stesso Sharman.
Maximal Interjector
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