Diversi personaggi della ricca borghesia romana conducono le proprie sfarzose esistenze celando tradimenti, squallide debolezze e deviazioni inconfessate. Tra di loro Silvia Santi (Virna Lisi), disposta a organizzare un finto rapimento per estorcere denaro al marito Giorgio (Philippe Leroy). Indaga all'interno del corrotto ambiente il commissario di polizia Quintilio Tartamella (Nino Manfredi). Agli albori degli anni Settanta, Carlo Lizzani realizza una commedia satirica di costume, caratterizzata da un corposo cast che dà vita a una bizzarra galleria di personaggi, volti a rappresentare la mondanità vacua, lo squallore morale e i vizi della società allora contemporanea. Una facoltosa classe media, arricchita e consumistica, che sacrifica i rapporti umani al profitto e alla realizzazione personale, destinata ad una beffardo contrappasso finale. Un fitto labirinto di sottotrame, slegate e confuse, popolato da un'umanità pittoresca ma caricaturale e costruita su stereotipi (come il cardinale donnaiolo interpretato da Gastone Moschin): la commedia non graffia secondo le intenzioni dell'autore e getta nella mischia attori di assoluto valore quali Virna Lisi e Nino Manfredi, capaci comunque di reggere le sorti del gioco. Nel cast anche Irene Papas (Elena Teopoulos). Scritto da Lizzani, Nicola Badalucco, Edith Bieber e Luciano Vincenzoni; musiche di Luis Bacalov.