Nel gennaio del 1944 si svolge a Verona il processo tenuto dal tribunale della Repubblica Sociale Italiana a carico di Galeazzo Ciano (Frank Wolff) e degli altri gerarchi fascisti che, l'anno precedente, votarono per l'esautorazione del governo Mussolini. Edda Ciano (Silvana Mangano) tenta una disperata mediazione per salvare la vita al marito. Rigoroso e intenso dramma storico diretto da Caro Lizzani, sulla base di un'efficace sceneggiatura di Sergio Amidei e Ugo Pirro, che ricostruisce in chiave romanzata, ma sostanzialmente fedele alla verità storica, i fatti che portarono alla condanna a morte per tradimento di Galeazzo Ciano e dei firmatari della destituzione di Benito Mussolini, avvenuta nel 1943. Grazie a una lucida e non didascalica disamina degli eventi e a una capacità di trasmettere tensione, specie nelle sequenze incentrate sul processo, il regista fa emergere la spietatezza degli uomini di regime e il senso di opprimente ineluttabilità di un destino umano che stava per compiersi. Film che si concentra sugli individui, più che sullo scenario storico, Il processo di Verona, pur con alcune probanti lentezze narrative, è una visione ancor oggi significativa, che riesce a catturare lo sguardo e a suscitare riflessioni, grazie a sequenze di forte impatto quali la drammatica conclusione. Cast altalenante: non particolarmente incisivo Frank Wolff, notevole la performance di Silvana Mangano, vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d'argento come migliore attrice protagonista. Colonna sonora di Mario Nascimbene.