Rivoluzione francese. André Moreau (Stewart Granger) è un perditempo che gode del ricco vitalizio offertogli da un nobile sconosciuto. Privato del sostentamento economico, parte all'avventura con l'amico Philippe (Richard Anderson), giovane idealista; quando questi viene ucciso dal Marchese de Maynes (Mel Ferrer), André giura vendetta. Imparerà a usare la spada per poter finalmente sfidare il suo acerrimo nemico, celandosi dietro la maschera di Scaramouche. Figlio della tradizione letteraria dei romanzi d'appendice e tratto dall'opera omonima di Rafael Sabatini (1921), Scaramouche è un prodotto che conobbe un successo inatteso e senza dubbio meritevole; George Sidney, dopo un apprendistato nel genere cappa e spada con I tre moschettieri (1948), dirige con disinvoltura e maestria la materia, prediligendo una certa fascinazione per i duelli (nel film sono molti, ma quello risolutivo è entrato nella storia del genere per la sua durata, ben sei minuti). Nel corso delle due ore complessive sono presenti azione, avventura, ironia ed eleganza, con una sincronia e un dosaggio quasi perfetti. Il cast in forma smagliante si occupa del resto: dal fascino di Stewart Granger alla sottile bellezza di Janet Leigh (Aline de Gavrillac), passando per un risoluto Mel Ferrer. Precursore, se vogliamo, di un certo cinema di stampo sportivo americano, con al centro la voglia di riscatto del suo protagonista e l'allenamento necessario a raggiungere lo scopo. Sceneggiatura di Ronald Millar e George Froeschel.