Un semplice pastore e musicista dilettante (Leonid Utësov) viene scambiato per un celebre direttore d'orchestra. Dopo una serie d'imprevisti, finirà a dirigere al Bol'šoj dove otterrà uno straordinario successo. Abituale collaboratore di Sergej Ėjzenštejn, Grigorij Aleksandrov esordisce in solitaria dietro la macchina da presa per questa folle e surreale commedia musicale, del tutto inedita e innovativa per il cinema sovietico del periodo. Apprezzata anche da Stalin, la pellicola gioca sugli equivoci, il ritmo forsennato, le gag irresistibili: è un film ancora oggi godibilissimo, curioso e anticonvenzionale, capace di divertire e intrattenere nel modo giusto. Leggero quando serve, ma anche satirico e graffiante nei confronti della burocrazia e della società dell'epoca. Notevole il lavoro del compositore Dunaèvskij. Presentato (e premiato) alla Mostra di Venezia del 1934. In Germania, nel 1958, ne venne fatto un remake: Wehe, wenn sie losgelassen diretto da Géza von Cziffra.