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2018
Amazon Prime Video
Paese
Australia
Generi
Azione, Fantascienza
Durata
100 min.
Formato
Colore
Regista
Leigh Whannell
Attori
Logan Marshall-Green
Melanie Vallejo
Steve Danielsen
Abby Craden
Grey Trace (Logan Marshall-Green), dopo aver consegnato un’automobile a un capo dell’industria informatica, vede la sua macchina intercettata in seguito a un tranello malefico. La sua fidanzata Asha (Melanie Vallejo) viene barbaramente uccisa e l’uomo resta paralizzato dalla testa in giù. Le conseguenze di quello che per lui parrebbe un punto di non ritorno, però, avranno in serbo per Grey non poche sorprese...
Il regista Leigh Wannell, sotto la vigile egida produttiva del bravo e martellante Jason Blum, firma un prodotto di fantascienza dall’idea di fondo gustosa e significativa, ma piuttosto basica e deludente nello sviluppo e nei risultati. Il protagonista, ritrovatosi con un microprocessore nella spina dorsale che lo guida contro la sua volontà, si tramuta dopo la prima porzione di film in un automa eterodiretto, con conseguenze impreviste e ovviamente sanguinolente. Tale snodo, però, si riduce quasi sempre a un accumulo di sequenze in cerca di un’ironia e un umorismo piuttosto superflui e avariati, che anziché mettere di buonumore si limitano a strizzate d’occhio ammiccanti e a estinguere le potenzialità di un B-movie in partenza piuttosto curioso e fuori di testa, dall’indole sincera e spassosa, smargiassa e poco incline ad andare per il sottile. Il film ha il merito di volare via senz’alcuna pretenziosità ulteriore, ma col passare dei minuti risulta comunque un filo pretestuoso, nonostante lo sguardo sugli scenari attuali della tecnologia e della comunicazione, onnipresenti e invasivi, sia abbastanza interessante. Finale a sorpresa.
Il regista Leigh Wannell, sotto la vigile egida produttiva del bravo e martellante Jason Blum, firma un prodotto di fantascienza dall’idea di fondo gustosa e significativa, ma piuttosto basica e deludente nello sviluppo e nei risultati. Il protagonista, ritrovatosi con un microprocessore nella spina dorsale che lo guida contro la sua volontà, si tramuta dopo la prima porzione di film in un automa eterodiretto, con conseguenze impreviste e ovviamente sanguinolente. Tale snodo, però, si riduce quasi sempre a un accumulo di sequenze in cerca di un’ironia e un umorismo piuttosto superflui e avariati, che anziché mettere di buonumore si limitano a strizzate d’occhio ammiccanti e a estinguere le potenzialità di un B-movie in partenza piuttosto curioso e fuori di testa, dall’indole sincera e spassosa, smargiassa e poco incline ad andare per il sottile. Il film ha il merito di volare via senz’alcuna pretenziosità ulteriore, ma col passare dei minuti risulta comunque un filo pretestuoso, nonostante lo sguardo sugli scenari attuali della tecnologia e della comunicazione, onnipresenti e invasivi, sia abbastanza interessante. Finale a sorpresa.
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