L'uomo invisibile
The Invisible Man
2020
Paese
Usa
Generi
Horror, Thriller, Fantascienza
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Leigh Whannell
Attori
Elisabeth Moss
Oliver Jackson-Cohen
Aldis Hodge
Storm Reid
Harriet Dyer
Cecilia (Elisabeth Moss) cerca di rifarsi una vita dopo che l'ex fidanzato (Oliver Jackson-Cohen), violento e sociopatico, si è suicidato. Ma la sua stabilità inizia a vacillare con il sospetto che l'uomo non sia effettivamente morto.
Adattamento moderno del celebre romanzo omonimo di H.G. Wells, già portato sullo schermo in diverse occasioni, a partire dal cult degli anni Trenta firmato da James Whale. Rispetto alle principali trasposizioni precedenti, la sceneggiatura del regista Leigh Whannell (alla terza prova dietro la macchina da presa) ribalta il punto di vista, non avendo più come protagonista lo scienziato in grado di rendersi invisibile, ma la sua compagna. Un cambiamento di prospettiva di notevole interesse, che cambia le carte in tavola e riesce a dare originalità a una base di partenza già ampiamente spolpata dalla storia del cinema: la novità messa in campo, infatti, fa sì che il lungometraggio diventi un film contemporaneo sullo stalking, con diversi spunti interessant in questo senso. Prodotto dalla celebre Blumhouse, casa di produzione esperta in horror a basso budget ma (spesso) dotati di grandi colpi di scena, L’uomo invisibile è un film appassionante e che gioca bene le sue carte in fase narrativa, riuscendo efficacemente a ribaltare le aspettative dello spettatore e giostrando bene le sequenze di maggiore tensione. Alcune scene sono meno riuscite di altre e gli effetti speciali sono piuttosto semplici e sanno di già visto, ma – fatta eccezione per un paio di passaggi – i limiti produttivi non pesano praticamente mai e la pellicola scorre in maniera incisiva dall’inizio alla fine. Notevole prova di Elisabeth Moss in un ruolo tutt’altro che semplice.
Adattamento moderno del celebre romanzo omonimo di H.G. Wells, già portato sullo schermo in diverse occasioni, a partire dal cult degli anni Trenta firmato da James Whale. Rispetto alle principali trasposizioni precedenti, la sceneggiatura del regista Leigh Whannell (alla terza prova dietro la macchina da presa) ribalta il punto di vista, non avendo più come protagonista lo scienziato in grado di rendersi invisibile, ma la sua compagna. Un cambiamento di prospettiva di notevole interesse, che cambia le carte in tavola e riesce a dare originalità a una base di partenza già ampiamente spolpata dalla storia del cinema: la novità messa in campo, infatti, fa sì che il lungometraggio diventi un film contemporaneo sullo stalking, con diversi spunti interessant in questo senso. Prodotto dalla celebre Blumhouse, casa di produzione esperta in horror a basso budget ma (spesso) dotati di grandi colpi di scena, L’uomo invisibile è un film appassionante e che gioca bene le sue carte in fase narrativa, riuscendo efficacemente a ribaltare le aspettative dello spettatore e giostrando bene le sequenze di maggiore tensione. Alcune scene sono meno riuscite di altre e gli effetti speciali sono piuttosto semplici e sanno di già visto, ma – fatta eccezione per un paio di passaggi – i limiti produttivi non pesano praticamente mai e la pellicola scorre in maniera incisiva dall’inizio alla fine. Notevole prova di Elisabeth Moss in un ruolo tutt’altro che semplice.
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