La voce della luna
1990
Paesi
Italia, Francia
Genere
Grottesco
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Federico Fellini
Attori
Roberto Benigni
Paolo Villaggio
Marisa Ottaviani
Nadia Ottaviani
Syusy Blady
Eraldo Turra
Patrizio Roversi
Angelo Orlando

Ivo Salvini (Roberto Benigni) è un sempliciotto che bazzica nella campagna padana, soggetto alle attrazioni della natura, ai suoi misteri e alle strane magie che il mondo intorno a lui ha da offrire. Conoscerà l'ex prefetto Gonnella (Paolo Villaggio), uomo dal temperamento molto diverso dal suo.

Ispirato a Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni, l'ultimo film di Federico Fellini è una fiaba originale e aperta alle suggestioni più varie, un poemetto sull'incanto che sfiorisce e sull'importante lascito donatoci dalle illusioni. Un'opera che si può definire terminale, restando tuttavia perfetta per inquadrare al meglio l'ultimo periodo di Fellini e afferrare gli approdi conclusivi della sua poetica. Ci sono la moglie vaporiera affamatissima, la sagra dello gnocco, un dialogo in cui si parla, non a caso, di “persistenza di modelli culturali”: perché La voce della luna è anche una specie di ricognizione sulle categorie antropologiche di un'Italia nuova che sta crescendo sulle ceneri di una realtà ormai lontana. Non è dato sapere però, se migliore o peggiore della precedente. Di sicuro si tratta di una civiltà più rumorosa, votata al chiacchericcio vacuo. Un sottile inno alla vita in chiave ambigua e misteriosa, ben oltre la natura spesso sgangherata delle trovate, nel quale, come dice un'eminenza cardinalizia, «non c'è più nulla da chiedere alla luna, perché è già stato tutto rivelato». La carriera di uno svelatore di sogni come Fellini non può non concludersi con quest'epigrafe, dalla quale trapela più che un accenno di mestizia.

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