Tre storie incentrate sull’amore e i casi della vita: nella prima protagonista è una modella in crisi sentimentale; nella seconda una ragazza parla con un professore del libro che ha scritto; nella terza due vecchie conoscenti si rincontrano dopo molto tempo e ripensano al loro passato.

Dopo Asako I & II, il regista giapponese Ryusuke Hamaguchi torna ancora alle dinamiche narrative abituali, incentrate sulle “sliding doors” della vita su come un piccolo cambiamento in un gesto o in un’azione possa cambiare totalmente il nostro presente e (forse) il nostro futuro. La messinscena è essenziale e rigorosa, ma si sente presto il sapore del già visto in questo film che ci mette molto a carburare e ha nell’ultimo episodio la sua parte migliore. La freddezza di fondo rende difficile empatizzare coi personaggi e la sensazione è quella di aver assistito a un esercizio narrativo godibile ma piuttosto sterile e troppo costruito a tavolino. I momenti realmente sinceri e spontanei, così, sono limitati e mancano grandi guizzi degni di nota. Oltre alla confezione, si salva anche l’interpretazione del cast. Il film è stato presentato al Festival di Berlino 2021.