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Cronache dal FESCAAAL: il racconto della prima giornata con la cerimonia d’apertura
Three is perfection. Ha preso ieri il via, a Milano, la trentatreesima edizione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina con la cerimonia d’apertura che si è svolta nella cornice di Fondazione Prada, al cinema Godard, una delle tre sale che saranno al centro di proiezioni, incontri ed eventi nel corso dei prossimi dieci giorni di festival.

Alla cerimonia di apertura erano presenti le co-direttrici del FESCAAAL Alessandra Speciale e Annamaria Gallone - che hanno avuto modo di illustrare il ricco programma, composto da quarantadue titoli, tra lungometraggi e cortometraggi, che si svilupperà nei prossimi giorni - il curatore della programmazione di Fondazione Prada Paolo Moretti e Anastasia Plazzotta, CEO di Wanted Cinema e membro della Giuria ufficiale del Concorso Lungometraggi. Subito dopo, è stato già il momento di vedere il primo film, un evento speciale che porta a Milano “Fremont”, il quarto film di Babak Jalali, co-sceneggiato insieme alla regista e sceneggiatrice italiana Carolina Cavalli, che abbiamo avuto modo di apprezzare a Venezia 2022 con “Amanda”, il suo ottimo esordio alla regia presentato nella sezione Orizzonti Extra.


Fremont. Presentato al Sundance Film Festival nel gennaio 2023, il film del regista nato in Iran ma cresciuto a Londra ha poi iniziato un giro festivaliero che lo ha portato a partecipare ad alcuni dei festival più importanti del mondo, tra cui lo statunitense South by Southwest e il ceco Karlovy Vary International Film Festival, dove si è portato a casa il premio per la miglior regia. Il film di Babak Jalali è ambientato nella città da cui il film prende il nome, Fremont, una cittadina nei pressi di San Francisco anche nota come Little Kabul perché ospita una delle più grandi comunità di afghani degli Stati Uniti. Racconta la storia di Donya, una giovane rifugiata afghana che lavorava a Kabul come interprete per gli Americani; conduce un'esistenza solitaria, divisa tra il lavoro come scrittrice di frasi profetiche dei biscotti della fortuna di una piccola ditta cinese e le sedute con un eccentrico psicoterapeuta. Tormentata dall'insonnia e dal ricordo di coloro che ha lasciato a Kabul, Donya cerca l’amore.

Il film del regista iraniano, una riuscitissima commedia dal tono dolceamaro che mette in mostra tutto il talento di un regista delicato, fine ma di grande personalità come Jalali, apre nel migliore dei modi questa trentatreesima edizione di un festival che si è sempre dimostrato in grando di sorprendere e di puntare i riflettori su quel cinema troppo spesso dimenticato nella nostra visione occidentalocentrica del mondo.

Già dalla giornata domani, 4 maggio, entreremo nel vivo del programma, in particolare con il Concorso Extr’A, la sezione competitiva riservata ai registi italiani o residenti in Italia che realizzano opere girate in Africa, Asia o America Latina o che approfondiscano i temi della multiculturalità. In programma domani ci sono tre lungometraggi - "Saudade" di Pietro Falcone, "Casablanca" di Adriano Valerio e "Lonely" di Michele Pennetta – e un’ampia selezione di cortometraggi. A domani con il racconto del secondo giorno!

A cura di Simone Riccardi

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